La festa è iniziata dieci giorni fa, dopo il fischio finale di Milan-Inter, alle 22.43 del 22 aprile 2024. Lo Scudetto conquistato in casa dei rivali cittadini che non prevede replica alcuna, reso ancora più piacevole dai goffi tentativi di minimizzarlo. È evidente che in tanti, addetti ai lavori, opinionisti o stakeholder del pallone italico che non amano particolarmente il nerazzurro stiano trascorrendo un periodo di sofferenza, obbligati dalle proprie convinzioni a trovare ragioni per svilire un trionfo sotto gli occhi di tutti. Ma alla fine l'unica verità è sempre il rettangolo di gioco e lì i ragazzi di Simone Inzaghi non hanno fatto prigionieri, rendendosi protagonisti di un dominio ai limiti del cannibalismo contro chiunque gli si presentasse davanti. E l'omaggio della gente interista domenica pomeriggio, fino a tarda notte, è il miglior attestato di stima per questa squadra che, udite udite, sta già lavorando per migliorare.

Già perché vincere uno Scudetto con largo anticipo permette anche di traslare le classiche attività di impostazione della stagione successiva. E la dirigenza di Viale della Liberazione, godendo della carta bianca entro certi margini affidata da Steven Zhang, ha già riempito per tempo e con talento due caselle che si andranno a liberare: Mehdi Taremi e Piotr Zielinski sarebbero titolari in tutte le altre 19 squadre del campionato, più o meno. All'Inter vengono per mettersi a disposizione e candidarsi a validissime alternative. E non finisce qui, perché la notizia migliore è la ferrea volontà di mantenere quasi inalterata l'attuale rosa che ha scritto e sta scrivendo la storia. Anche perché, come ha ribadito Beppe Marotta, nessuno ha chiesto di andarsene. E ci mancherebbe. In tal senso le freschissime parole di Alessandro Bastoni sono una sorta di garanzia per il popolo nerazzurro: "Io personalmente me lo sento di dire che potrei restare a vita all'Inter, specialmente dopo quello che è stata la festa e la manifestazione d’affetto da parte di tutti. Poi è chiaro che quando le cose vanno bene è facile essere tutti felici, ma purtroppo sono passato anche da delusioni importanti come la sconfitta dello scudetto e in finale di Champions League. E anche lì abbiamo sentito il supporto dei nostri tifosi quindi posso dire che mi sento di ripagare questo affetto".

Ecco, questa corrispondenza d'amorosi sensi tra calciatori e tifosi, che ha trovato probabilmente la propria sublimazione nell'euforia incontenibile di domenica scorsa, è la chiave di una squadra vincente che ha già posto le basi per rimanere tale. Prima dell'eccellente lavoro sul mercato, è il filo che lega questi ragazzi e il loro allenatore all'ambiente la miglior garanzia per essere ottimisti. Ed è un filo che va bene oltre i 90 e passa minuti di una partita, perché si respira quotidianamente.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 02 maggio 2024 alle 00:20
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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