Com'è andata realmente tra Inter e Milan nella trattativa che ha portato Mancini in rossonero? Per quale ragione il presidente Berlusconi avrebbe manifestato perplssità per l'arrivo di un giocatore che, in teoria, il Milan potrebbe rstituire al mittente a fine stagione? Dovrebbe trattarsi di un'operazione a rischio zero per il club di via Turati, dal momento che nel contratto che lega il giocatore alla nuova società non c'è scritto che il riscatto (fissato intorno ai 4 milioni) sia obbligatorio. La realtà però è diversa e non viene riportata sulle carte presentate in Lega Calcio. Lo spiega Telelombardia, che ha fatto luce sulla vicenda.

Tra Galliani e Ghelfi, nello studio dell'avvocato Cantamessa, ci sarebbe stata una stretta di mano, una sorta di gentlemen's agreement; nulla di scritto su moduli federali, ma una sorta di patto d'onore che impegnerebbe il Milan a riscattare il giocatore. Perciò, ipotizzando il buon fine del prestito e il conseguente riscatto, l'operazione Mancini costerebbe 3 milioni al lordo di ingaggio del giocatore sino a giugno, i quasi quattro per la metà del cartellino e, in base agli accordi con l'ex interista, 4 anni di contratto sino al 2014 a 3 milioni netti all'anno, cioè 6 lordi, cioè 24 per l'ingaggio, per un costo totale dell'operazione intorno ai 30 milioni. Alla luce di questi numeri, forse è l'Inter ad aver fatto l'affare...

Sezione: News / Data: Ven 05 febbraio 2010 alle 10:12 / Fonte: Telelombardia
Autore: Fabio Costantino
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