Avanti, forza, giù la testa e inchinatevi. L'invito è dedicato a tutti quelli che non ci credevano, che fossero gli interisti più scettici o i giornalisti più diffidenti, per passare alle bocciature di qualche addetto ai lavori esterno. Inchinatevi a Yuto Nagatomo, il minuto terzino arrivato all'ultimo minuto del calciomercato invernale dal Cesena e da molti considerato un acquisto di secondo piano, una 'delusione' per chi avrebbe preferito magari Ziegler o Criscito. Ancora meglio chi lo definiva un semplice acquisto dettato dalla logica del marketing, forse non conoscendo come si muovono gli uomini mercato dell'Inter. Le figurine appartengono ad altre società, il club di Corso Vittorio Emanuele lavora con serietà sapendo anche spiazzare tutti, e il colpaccio Nagatomo va assolutamente annoverato tra le migliori sorprese degli ultimi anni. Anche contro il Catania, nell'ultima di campionato, stavolta sulla corsìa destra, Yuto non si è trattenuto ed ha scatenato una prestazione straordinaria, fatta di corsa, scambi rapidi e una valanga di cross e inserimenti, tutto ciò con il piede destro che per lui vale praticamente quanto il prediletto mancino.

Una forza della natura, un motorino instancabile che non mi stancherò mai di elogiare. A proposito, nel tessere l'elogio della mossa di Branca, Ausilio e di chi altro lo ha voluto fortemente portare a Milano nonostante lo scetticismo degli inesperti, va mantenuto uno spazio per un plauso a Massimo Ficcadenti, che lo ha scovato in Giappone, e al Cesena, che prima di tutti ha deciso di sperimentare l'investimento, con ottimi risultati. L'Inter ha il merito di non aver avuto paura nello sfatare il tabù di un giapponese in una grande squadra, di fregarsene delle malelingue e di guardare al sodo, alle prestazioni di questo formidabile terzino che gioca sulle due corsìe senza problemi, sa crossare, sa inserirsi, sa coprire con solidità nonostante la bassa statura, sa sacrificarsi in ogni situazione (non gigioneggia in attacco dopo aver fallito un'azione offensiva costringendo un compagno a ripiegare dietro, per dire), e sa addirittura segnare.

Un gioiello a tutto tondo, la cui cannonata scagliata all'indirizzo del malcapitato Campagnolo è simbolo di una potenza fisica strabiliante, che si inserisce in un contesto di umiltà assoluta, voglia di far bene e sorriso sulle labbra, per un uomo straordinario che contribuisce a fornire un giocatore validissimo, e per questo amato alla follia da chi ci passa tanti momenti della propria vita nello spogliatoio, lì è un idolo incontrastato. Io ci ho sempre creduto, tutta la redazione di FcInterNews.it ci ha sempre creduto, mai abbiamo insinuato che si trattasse di un'operazione sbagliata o dovuta solo al marketing, dal primo momento abbiamo esaltato questa scommessa. A questo punto, ribadisco l'invito a tutti ad inchinarsi di fronte a questo giocatore e a chi l'ha portato in Italia prima e all'Inter poi, ponendo infine una domanda: ma se si chiamasse Nagatinho e non avesse gli occhi a mandorla, varrebbe ancora 5 milioni? Ci sarebbe da clonarlo, il samurai Yuto, perché a noi interisti lui piace così com'è.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Lun 23 maggio 2011 alle 00:01
Autore: Fabrizio Romano
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