In casa Inter, giorno di presentazioni. Ad Appiano Gentile tocca a Alvaro Pereira, una delle punte di diamante del mercato nerazzurro. Il Palito è stato pagato 10 milioni più 5 di bonus dal Porto. FcInterNews.it, presente sul posto, vi fornisce in diretta le dichiarazioni di Alvaro Pereira. Segui la conferenza LIVE!

Alvaro, benvenuto all'Inter. Cos'era per te l'Inter? E che ambiente hai trovato?

"Buongiorno. Per prima cosa, credo che arrivo in un club fantastico, il sogno di ogni giocatore. Ho passato tre anni fantastici al Porto, ai tifosi, i giocatori, lo staff tecnico, davvero tutti. Arrivare all'Inter è fantastico, spero di far bene in campo e fuori per ripagare il grande affetto".

Perché il numero 31?

"Ha un significato speciale per me, questioni di famiglia".

E' andato via Maicon. Senti responsabilità?

"Maicon ha fatto tanto per questa società, un giocatore eccellente. All'Inter tutti gli hanno dato un gran saluto quando è andato via. Ma io sono Pereira e non devo paragonarmi a nessuno. Io sono Alvaro Pereira, né Maicon né alcun altro. Sarò sempre me stesso, darò il massimo per questa società. Non mi piace parlare fuori dal campo, mi piace far parlare il campo".

Che idea di sei fatto di questa squadra?

"So tutto di questa società. So la storia, quando è stato fondato, so che c'è stato un ricambio, che sono cambiati tanti allenatori lo scorso anno, che quest'anno c'è un progetto ambizioso. Qui ci sono campioni di qualità, darò tutto in campo come fuori. Abbiamo iniziato forte battendo il Pescara, qui pensiamo a vincere. Quello che conta è il gruppo, serve una mentalità vincente, allora credo che possiamo puntare a grandi titoli".

Qual è il tuo ruolo? All'Argentinos facesti 11 gol...

"Non devo fare gol, punto a vincere. All'Argentinos giocai da ala sinistra. Ma dove vuole il mister mi schiera, da terzino come da volante, da esterno... Non c'è problema, dove serve all'Inter mi metto".

Senti la sfida di poter diventare un riferimento in ruolo, quello da terzino sinistro, poco coperto? E sei pronto per giocare contro la Roma?

"Come ho già detto, posso giocare davvero come preferisce il tecnico. Chivu alla fine fece bene, ha vinto la Champions da terzino sinistro, anche Zanetti e Nagatomo hanno fatto bene. Se poi parliamo di Brehme e Roberto Carlos, certo, hanno fatto benissimo. Ma direi che giocatori come Yuto, il capitano o Chivu, hanno fatto comunque molto bene. Io non ho alcuna pressione, perché lavoro sempre per dare tutto. Ha pressione chi si alza la mattina alle 6 per portare il pane alla propria famiglia. Il calcio è una cosa bella, faccio quello che mi piace. Non amo parlare fuori dal campo, adoro far parlare il campo. La mentalità è questa. Se sono pronto per la Roma? Sì, ci sono".

Prima che tu arrivassi all'Inter si parlava di Napoli...

"Voglio fare chiarezza: ero un giocatore del Porto, fino al giovedì sera. E la mia mentalità era quella di giocatore del Porto. Il direttore Branca è arrivato, ha trovato l'accordo col Porto, e ho pensato solo da giocatore dell'Inter. Ora penso all'Inter, punto, non c'è nient'altro. Si è parlato tanto in questi tre anni, i giornali mi hanno venduto da tutte le parti. Ma sono stato sempre sereno, ma ho dato tutto al Cluj e al Porto e ora do il 100% all'Inter, perché questa è la mia società e la mia famiglia".

Hai degli idoli? E hai sentito Recoba?

"Sì, il Chino l'ho conosciuto e credo che gente come Sosa o proprio Recoba hanno dato tanto a questa società. Il mio modello è Roberto Carlos, ho sempre avuto grande ammirazione per lui. Ma devo dire che ho sempre apprezzato tutti i giocatori forti in qualsiasi ruolo e il calcio in generale. Poi durante il cammino devi essere te stesso, come sei, senza più pensare agli altri. Io lavoro per questo tutti i giorni".

FcInterNews.it gli chiede: come nasce e cosa vuol dire il soprannome Palito?

"Palito è perché quando ero piccolo ero magro, molto magro. E anche mio fratello non riusciva a pronunciare il mio nome Alvarito, e mi chiamava Palito. Allora i miei amici hanno iniziato a chiamarmi così, adesso tutti mi chiamano Palito, è rimasto quel soprannome lì. Non mi ha mai dato fastidio e ci sono legato".

Hai parlato con Guarin?

"Devo dire che l'ho sentito, come anche Zanetti, Samuel, Gargano... Ho parlato con tutti anche in questi giorni. Però in campo diamo tutti il massimo insieme, di questo club so tutto, che è stato fondato nel marzo del 1908, che era chiamato Ambrosiana con la maglietta e la croce rossa, fu fondata da 44 membri andati via dal Milan, che si chiama Internazionale perchè erano anche operai che lavoravano a orologi svizzeri, 18 scudetti. E tanto altro. So tutto (ride, ndr)". Poi aggiunge: "Dimenticavo... i colori del cielo e della notte!".

Cosa pensi di Yuto Nagatomo?

"Devo dire che conoscere persone di altri paesi è fantastico. Lui è un giocatore di enorme qualità, lo ha dimostrato qui come a Cesena, speriamo faccia benissimo. Siamo due giocatori diversi, entrambi rapidi ma come qualità un po' diversi. Daremo tutto per l'Inter".

Hai sentito anche Diego Forlan?

"Sì, ho sentito Diego. Mi ha fatto i complimenti e mi ha detto che arrivavo in una società e una squadra fantastica. Poi lui è un professionista e un amico incredibile. E' rientrato in un processo di ricambio, ma credo che rimanga una persona e un giocatore eccellente. Mi ha dato l'in bocca al lupo per questa avventura".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 31 agosto 2012 alle 12:02 / Fonte: dagli inviati, Fabrizio Romano e Guglielmo Cannavale
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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