Parlando per il canale Youtube di Gianluca Rossi, Beppe Bergomi analizza i punti focali della conquista dello Scudetto. Partendo in primo luogo dal percorso fatto: "Adesso è facile dire che l'Inter è la squadra più forte, ma ricordiamoci da dove siamo partiti. Sono stati cambiati 12 giocatori, vanno via Brozovic, Lukaku, Onana e Dzeko... La società ha fatto le scelte giuste, la vita è fatta di scelte e loro hanno scelto giocatori funzionali e di grande attaccamento. Quando metti tanti italiani è fondamentale, perché gli stranieri danno il massimo nei big match ma non capiscono l'importanza di sfide come quelle con Frosinone ed Empoli, gli italiani sì e te lo fanno capire".

Bergomi parla anche delle partite chiave: "Io ne ho individuate una decina. In casa hai battuto Monza e Fiorentina nelle prime due partite, squadre che ti avevano battuto l'anno scorso. Quello è stato il primo segnale. Il dato importante è stato il non prendere le ripartenze. Poi il derby del 5-1: consapevolezza mentale, forza del gruppo e dai una botta al Milan. Parlo anche del pareggio con la Juve a Torino: i bianconeri erano lì attaccati in classifica e l'Inter porta a casa un punto su un campo dove ha sempre faticato. La festa in giro per Milano è stata eccezionale, è la testimonianza del senso di appartenenza che si è creato coi tifosi che hanno reso merito a questa squadra". 

Lo Zio non ha dubbi nel scegliere il simbolo dell'Inter tricolore: "Lautaro Martinez. Attaccamento alla maglia, personalità, leadership. Quando ho visto il docufilm di Sky Sport ho pianto, è stato da brividi. Lo dico adesso che non sta facendo gol: si sbatte, lavora per la squadra, va in scivolata... Prima o poi dovrà fare pace coi rigori, arriverà anche quel momento. Però è un capitano vero, negli anni scorsi quando non segnava si intristiva invece adesso dà una mano alla squadra. Questo fanno i capitani veri, per questo lo metto davanti a tutti".

Ma Beppe Marotta sta facendo le veci del presidente dell'Inter? "Lo è, del resto ha una delega... E nell'era dei social, dove ci sono tanto e livore tanta cattiveria, voglio sottolineare la gentilezza e l'eleganza sua e della società. Non è stato facile, l'Inter è stata costantemente attaccata ma loro hanno saputo mantenere la calma, così come il nostro allenatore. Simone Inzaghi ha avuto un cambio di comunicazione importante, tutto questo ha portato a queste vittorie. Abbiamo vinto due Scudetti, Coppe Italia e Supercoppe, l'Inter è già dentro un ciclo ma è importante rimanere ad alti livelli: il prossimo anno servirà la stessa fame e determinazione, capire di dover lottare su tutti i fronti e non sarà facile. Marotta ha detto che servirà un mercato creativo, se arriverà un'offerta indecente per qualcuno devi essere bravo a sostituirlo. Non hai il vantaggio che aveva la Juve dei nove Scudetti, l'Inter deve capire che mercato vuole fare; però i due acquisti fatti sono interessanti".

Chiosa sui paragoni tra l'Inter di questa stagione e quella dei record del 1989: "Ogni titolo è figlio del suo tempo, sono passati troppi anni. Il calcio di oggi non è quello di 5-10 anni fa, figurarsi quello del 1989. Tutti gli Scudetti danno gioia, questo dà gioia perché lo vinci contro la tua rivale, quello del 1989 lo vinci contro il Napoli di Diego Armando Maradona in casa. Il titolo di quest'anno è arrivato con un calcio propositivo, moderno. Sul piano della bellezza non è stata seconda a nessuno". 

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Sezione: Focus / Data: Gio 02 maggio 2024 alle 12:57
Autore: Christian Liotta
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