Lo scudetto della seconda stella vinto dall'Inter è anche un premio al lavoro della dirigenza, ma non solo, come ha tenuto a sottolineare l'ad Beppe Marotta dopo la vittoria nel derby: "Siamo fieri e orgogliosi di questo doppio traguardo perché coincide con la vittoria del campionato e il raggiungimento della seconda stella - le sue parole a Rai Sport a margine del 2-1 contro il Milan -. Siamo molto felici, ma permettetemi di dedicare la vittoria al nostro presidente, che soffrendo a distanza è sempre stato vicino a noi, e ai tifosi che sono stati immensi. Dopodiché i meriti vanno al leader del gruppo, Simone Inzaghi, che è una realtà piacevolissima del nostro calcio, un allenatore che ha un grande avvenire davanti. Noi siamo orgogliosi di averlo con noi. I meriti vanno a tutta l'Inter, dai miei collaboratori più stretti Ausilio e Baccin, a tutte le componenti, a tutte le donne e gli uomini che hanno contribuito a supportare questa squadra. Sono frasi di circostanza, ma è giusto fare così".

Dove nasce questa Inter?
"La nostra forza è di aver creato un modello vincente, in 4 anni abbiamo ottenuto 7 titoli. Accanto alla squadra c'è una struttura molto forte, abbiamo creato uno zoccolo duro di italiani e di giocatori stranieri che sono contagiati dal loro senso di appartenenza. L'estate scorsa abbiamo cambiato 12 giocatori, poteva essere un fatto traumatico, l'abbiamo superato creando un tutt'uno. Secondo me il ciclo è arrivato a metà, c'è ancora un'altra metà da svolgere. Noi siamo nella pienezza, possiamo dare ancora molto".

Ti indicano come uomo strategicamente più importante del club, che valore ha questo scudetto? Quale sarà il futuro tuo, di Inzaghi e di Lautaro?
"Io forse sono la persona più esperta e anziana rispetto a tutti i miei colleghi, quindi ho inculcato quello che ho imparato nel corso del mio peregrinare nell'Italia calcistica. Ho trovato un grande dinamismo; Inzaghi è cresciuto molto, per me è uno dei migliori allenatori d'Europa, ha grandissimi meriti. Lui ha un modo aperto di dialogare con lo spogliatoio come se fosse un amicone o un compagno dei giocatori, ma è un perfezionista che ha dimostrato di essere un vincente". 

Sei stato di parola quando avevi parlato della permanenza di Zhang a capo della società: quale è il punto della situazione?
"Il punto sono le dichiarazioni che ha fatto Steven nei giorni scorsi, quando ha parlato di voler continuare. Io ho capito che lui andrà avanti tranquillamente, rispetterà le scadenze, ma non ci saranno rivoluzioni. Lui è contento di proseguire, noi pure. Credo che abbiamo un modello vincente, uso questo termine presuntuoso perché alla fine nello sport non è vero che chi più spende, più vince. Noi abbiamo certi valori, sono presuntuoso nel dire questo ma è così".

Tu hai grande competenza calcistica, oltre a essere un ottimo manager. Sei l'Allodi del 2000.
"L'esperienza è importante, poi il paragone con Allodi ci sta perché io sono passato dalla Juve all'Inter, lui viceversa".

Hai provato più soddisfazione per lo scudetto con Conte o con Inzaghi?
"La soddisfazione è diversa, ma è forte in entrambi i casi. Quello con Conte era il primo all'Inter, rappresentava qualcosa che non pensavo di raggiungere così velocemente. Quello di Inzaghi è molto bello perché coincide con la seconda stella che rimarrà nella storia. Una soddisfazione che cercavo da anni".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 23 aprile 2024 alle 16:26
Autore: Mattia Zangari
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