L'Italia di Luciano Spalletti sembra voler fare affidamento ai numeri 10 d'assalto, come piacciono al c.t. azzurro. Simone Perrotta fu uno dei primi a interpretare questo ruolo, consacratosi proprio grazie a Spalletti nella Roma, trasformandosi da centrocampista ad attaccante aggiunto partendo dalla posizione di trequartista. Lw sue considerazioni alla Gazzetta dello Sport.

Fu Spalletti a completare quel processo iniziato da Ancelotti nella Juve.
"Esatto. Anche perché quel modo di giocare si sposava bene con le qualità di tutti: Totti veniva dietro a giocare, io andavo alle sue spalle. Servivo a lui per creargli spazio dove fare la giocata, lui serviva a me per inserirmi".

Oggi nell'Italia i Perrotta sono due, Frattesi e Pellegrini, però davanti hanno un centravanti vero, non "falso" come Totti.
"Pellegrini è diverso da Frattesi - più "10 vero", gli piace avere la palla nei piedi - come Scamacca ovviamente è diverso da Totti, anche se hanno una cosa in comune: se gli lasci mezzo metro, ti ammazzano con il tiro. Gianluca deve tirar fuori i difensori creando spazi per Frattesi, che però non può aspettare solo il lavoro del centravanti, ma con i suoi inserimenti deve creare imbarazzo alla difesa. Totti giocava su queste indecisioni, ci andava a nozze".

Spalletti se lo coccola, ma lo rimprovera anche.
"Ho visto, in tv. Ma Frattesi ha quello che Spalletti gli chiede, soprattutto i tempi di inserimento giusti e queste non sono cose che si allenano: le hai o non le hai, annusi dove sta per arrivare il pallone, immagini la traiettoria già prima che parta".

Giocatori simili a Frattesi, in Italia?
"Barella è diverso: meno forza nelle gambe di Frattesi, più strappi palla al piede. Ma quel timing ce l'ha pure lui".

Sezione: News / Data: Mar 18 giugno 2024 alle 18:51 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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