Per parlare dei temi di Spagna-Italia in programma stasera a Gelsenkirchen, la Gazzetta dello Sport si affida alle parole di Fabio Capello.

"Un grande classico, sì, ma rivisitato - spiega l'ex tecnico di Milan e Juve -. Perché ci sono buone probabilità che l'ennesimo capitolo della sfida infinita tra Italia e Spagna, in scena questa sera a Gelsenkirchen, somigli poco alle puntate precedenti. L'effetto speciale dell'edizione 2024 sarà la verticalità: noi sappiamo farlo, andiamo in verticale da sempre; la Spagna invece ha virato in questa direzione con De la Fuente in panchina".

"Se come pare il c.t. azzurro proseguirà puntando sullo stesso blocco di giocatori che ha battuto l'Albania all'esordio, darà un segnale di fiducia enorme verso quegli uomini. E di convinzione, soprattutto: Spalletti crede in questi giocatori ed è sicuro che possano migliorare ancora molto. La Spagna muove il pallone velocemente e cerca verticalità: questo la rende imprevedibile in fase offensiva. Il punto debole è in difesa, dove non sempre tutti sono sul pezzo".

"La difesa dell'Italia dovrà essere protetta non solo dal filtro di Jorginho e Barella, ma anche dall'applicazione degli altri compagni, che dovranno rientrare velocemente. Servirà una Nazionale attenta, compatta, che dovrà limitare al minimo quelle "bischerate" di cui ha parlato l'altra sera Spalletti e sfruttare i suoi "trequartisti": Frattesi e Pellegrini sono ottimi giocatori di inserimento, sanno andare benissimo negli spazi e hanno qualità nelle giocate, possono fare male alla difesa spagnola. Così come Federico Chiesa, il nostro uomo migliore nell'uno contro uno".

"A proposito di uno contro uno, non si può non parlare di Yamal-Dimarco, la sfida nella sfida sulla nostra fascia sinistra. Come si ferma il 16enne del Barcellona? Onestamente non so come farà Spalletti... Yamal è un attaccante difficile da controllare già per un marcatore classico, e per Dimarco, un esterno che ama soprattutto spingere, la missione si complicherà ulteriormente. E allora ribaltiamo il piano e guardiamo a quello che l'interista può dare quando il pallone è tra i suoi piedi: tanto, tantissimo. Quando avanza sulla fascia, Dimarco è un giocatore da 10 in pagella, dopo Chiesa è lui l'azzurro che osa e crea di più: cross, tiri, palle basse dal fondo velenosissime. Mi ricorda Brehme e, per certi aspetti, Roberto Carlos: anche Dimarco, come il brasiliano, riesce a servire palloni interessanti da posizioni quasi impossibili".
 

Sezione: Rassegna / Data: Gio 20 giugno 2024 alle 09:24 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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