Una storia d'amore longeva e forte quella tra Adelio Moro e l’Inter, destinata però a finire. L'Ex nerazzurro ma mai ex davvero, Moro indossò la maglia della Beneamata per l’Inter fra il 1972 e il 1975, per poi ritorare nel 1998-99 come assistente di Lucescu. "Quando però il tecnico romeno fu licenziato e poi tornò in patria, Moro rimase fermo in attesa di una chance. Che arrivò dall’amico Giacinto Facchetti" - ricorda Tuttosport, a tu per tu con Moro, ai saluti con l'Inter.

Facchetti?
"Fu lui a chiedermi se volevo fare questa nuova esperienza: fino a quel momento avevo fatto l’allenatore e mi piaceva l’idea di andare a scoprire giocatori in giro per il mondo".

Il battesimo fu di fuoco:
"Giacinto mi mandò dall’altra parte del pianeta, in Nuova Zelanda per i Mondiali Under 17 e lì vidi subito un ragazzino niente male: Adriano». Che due anni dopo arrivò in nerazzurro".

Il suo colpo migliore:
"Non lo so, non mi piace dire 'ho indicato io quel giocatore o quell’altro'. Sono stato fortunato, perché Facchetti all’epoca aveva grande influenza all’Uefa e aveva notizie di prima mano sui contratti in scadenza. Venti anni fa non era come oggi dove tutti sanno qualunque cosa. All’epoca bisognava scavare e Facchetti era abile. Fu lui a dirmi di andare a vedere Cambiasso e Maicon".

Negli ultimi anni Moro ha visionato, fra gli altri, Barella, Sensi, Skriniar e Lautaro Martinez:
"Un lavoro di gruppo ben organizzato da Piero Ausilio: ho avuto sopra di me tanti dirigenti ma Piero è il numero uno, senza dubbi".

Ovviamente, come sanno bene tutti gli osservatori di calcio, non tutte le segnalazioni vanno a segno:
"Un rimpianto? Nel 2005 andai a seguire in Olanda i Mondiali Under 20: tutti gli scout erano lì per Messi, io mi innamorai di un ragazzino dell’Independiente che subentrava sempre nella ripresa: Aguero. Quante volte ho sperato che lo prendessimo".

Come detto, ieri è finita però la lunga avventura all’Inter:
"Avevo il contratto in scadenza: è stato Piero Ausilio a chiamarmi e comunicarmi, commosso, la decisione della società. Sono dispiaciuto, ma ringrazierò sempre l’Inter e Ausilio per questi venti anni di lavoro".

In pensione?
"No, no, mi sento ancora giovane, ho una grande esperienza e conosco tutti i giocatori in Europa: Inghilterra, Germania e Francia ultimamente erano i miei territori. Se qualcuno ha bisogno, io sono a disposizione". 

Sezione: Rassegna / Data: Gio 03 settembre 2020 alle 11:53
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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