Francesco Pio Esposito è protagonista oggi di un'intervista su Tuttosport. Vive una stagione che, come dice lui stesso, è "forse la più importante della mia carriera. L’avevo quasi prevista. Lo scorso anno, mentre andavamo in pullman allo stadio per Spezia-Venezia ultima di campionato, dissi a Candelari, ‘oggi segno, ci salviamo, resto qui e facciamo grande cose’. Ha funzionato. I complimenti di Spalletti? Lo ringrazio per le belle parole, orgoglioso».  

Eppure lo scorso anno ci sono state difficoltà. "A volte si fanno considerazioni frettolose nel calcio. Avevo 18 anni, alla prima stagione tra i grandi, criticarmi era la normalità. In pochi vedevano il lavoro di tutti i giorni. Penso che due anni fa la scelta di andare allo Spezia fu giusta. Già durante la stagione in cui erano in A si era valutata la mia posizione. Pensavo fosse posto adatto per crescere". 

Di sé stesso, Esposito racconta di essere "un ragazzo legato alla famiglia ed alle amicizie, che ama Castellammare e che a Milano faceva campo e casa". Dell'esperienza all'Inter dice invece: "Non ero ancora così alto. Quando mi sviluppai, pensarono di spostarmi dalla trequarti all’attacco. L’Inter ha sempre avuto massima attenzione per me. Ero al convitto Niguarda, non ho mai vissuto la città".

"La nazionale coi miei fratelli? Non è il caso di pensarci - prosegue -. Sarebbe magnifico ma bisogna arrivarci sudandosela. Con Salvatore parliamo di calcio ogni ora; Sebastiano mi ha chiamato dopo la rete al Sudtirol dicendomi ‘che culo, quest’anno segni ad occhi chiusi’ riferendosi al rimpallo su Masiello che mi ha favorito. Forse ha ragione, lo scorso campionato la palla avrebbe preso tre pali, ballato sulla linea e sarebbe uscita. Lo Spezia in A? Sogno di portarcelo, ma la B è lunga, io ancora giovane, la stagione piena di variabili. Ne riparliamo più avanti".

Sezione: Copertina / Data: Ven 29 novembre 2024 alle 09:10
Autore: FcInterNews Redazione
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