"Credo mi sia andata bene, nonostante io sia comunque convinto che avrei potuto ottenere di più dalla carriera. Ma se ci ripenso: un Europeo Under 21, una Coppa Uefa con l’Inter, uno scudetto con la Juventus, la promozione in B con la Salernitana, un numero esagerato di Palloni d’oro con cui ho condiviso il mio lungo viaggio. Non male...". Lo racconta Salvatore Fresi alla Gazzetta dello Sport. La rosea ha intervistato oggi l'ex difensore interista, l'ultimo "libero" del calcio italiano.

Alla sua Academy cosa dice ai ragazzi?
"Palla in verticale, niente tiki taka, libertà. Il calcio di oggi a volte mi stanca e ne guardo poco".

Barcellona, 31 maggio 1996, finale Under 21.
"Chiudiamo in 9 ai supplementari. Eravamo stremati, senza attaccanti, andiamo sul dischetto quelli che siamo rimasti, per loro - tanto per fare nomi - calciano Raul e De La Peña, non so se mi spiego. Pagotto li para a entrambi e siamo campioni d’Europa".

Non eravate male come squadra: Panucci, Fresi, Galante, Cannavaro e Nesta in difesa; Tommasi in mezzo al campo; Totti e Amoruso in attacco; un baby Buffon in panchina, con Pecchia, Tacchinardi, Morfeo, Del Vecchio.
"Facemmo prima la resistenza e poi la rivoluzione. Alcuni di loro avrebbero vinto il Mondiale dieci anni dopo, in Germania".

All’Inter ci era andato nel ’95.
"La Salernitana mi aveva portato dalla C all’Under 21. Arrivo a Milano e trovo Ottavio Bianchi allenatore: stravede per me, che sono un ragazzino e vengo dalla B. Faccio il libero, il mio ruolo, ho la sua stima. Ma il calcio è impietoso: via lui e panchina a Hodgson, che mi sposta a centrocampo. Come fare un altro sport".

Tre anni, comunque ricchi.
"Una finale di Coppa Uefa vinta, contro la Lazio. In campo avevamo dei mostri e poi un Fenomeno, lui, Ronaldo. Pensi, l’anno precedente, al sabato sera, su Telemontecarlo, davano sempre il Barcellona, che guardavo in ritiro con i miei compagni. Ritrovarmelo al fianco fu meraviglioso".

Juventus-Inter, la madre degli scandali: il fallo su Ronaldo che Ceccarini - l’arbitro - ignora è di Iuliano, suo ex compagno, giocavate fianco a fianco nella Salernitana. Ne avrete parlato.
"Mai ammesso che l’intervento fosse irregolare. Mai una volta. Mai che l’abbia fatto nessuno. Lasciamo stare".

Salerno, il dolore per la caduta in B, poi ancora l’Inter, con Baggio.
"L’immenso Roby, martoriato nel fisico. Poteva giocare con una gamba sola e forse lo faceva. Lavorava come un disperato per essere pronto per le partite. Un genio di una bellezza ammaliante".

Se l’è cercata: più lui o Ronaldo?
"Dico Baggio, sperando che Ronie non se la prenda. E non solo perché Roberto è italiano".

Allo stadio ci va di rado.
"Mi manca il divertimento, quello me lo offrono i ragazzi dell’Academy. Per un po’ mi ero dato al golf e seriamente, ma stava diventando un’ossessione. E le ginocchia mi hanno invitato a fermarmi".

Sezione: Copertina / Data: Ven 25 aprile 2025 alle 11:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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