È uno dei commentatori tecnici di punta di Sky Sport, ma Beppe Bergomi non ha del tutto abbandonato il calcio vissuto sul campo, anzi. L'ex capitano nerazzurro, infatti, oggi è tecnico della società dilettantistica Accademia Inter, da non confondere con l'Inter "perché qui siamo nei dilettanti", precisa ai microfoni di SportWeej con orgoglio lo Zio, allenatore dell'Under 17 Elite dove sfida, tra gli altri, anche Lucas Biglia, ex Milan e da qualche mese all'Aldini, storica rivale dell'Accademia Inter.

Nel suo passato, Bergomi ha avuto modo di allenare in squadre come Monza, Como, Atalanta, ma mai l'Inter. Come mai? "C'è stata la possibilità due volte. Sa, il mestiere del commentatore ha delle controindicazioni. Ricordo che Dino Zoff una volta mi disse: 'Beppe, andando in tv ti prendi dei rischi'. Ma io cerco sempre di essere onesto e rispettoso, senza fare il tifoso. Qualche giudizio deve aver incrinato dei rapporti, non so dire con chi. Giacinto Facchetti voleva farmi fare il secondo di Hector Cuper, ma sapevo che avrebbe preferito Corrado Verdelli. L'ultimo tentativo l'ha fatto Beppe Baresi, ma alla fine mi ha detto che non era possibile. "Ordini" dall'alto".

Il più forte che ha allenato?
"Roberto Gagliardini, ma anche Andrea Conti e Mattia Caldara. Qualche volta li avevo a disposizione la domenica, ma non li allenavo direttamente io. Erano in età per la Berretti, ma essendo molto bravi venivano aggregati alla Primavera".

E il rimpianto più grande?
"Edoardo Chirico, capitano dell'Accademia Inter campione d'Italia. Un numero 10 moderno, fortissimo. Avrebbe potuto fare di più, ma oggi ha trovato la sua strada e sono comunque contento per lui".

Beppe Bergomi è "risultatista" o "giochista"?
"Dipende dalla qualità che hai. Ci sono stati anni in cui riuscivo a imporre un bel gioco, altri in cui c’è stato da remare".

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Sezione: Focus / Data: Sab 22 febbraio 2025 alle 14:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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