Non ci sono indagati tra i tesserati di Inter e Milan nell'inchiesta che riguarda gli ultras. Come spiegato ieri dai magistrati, i due club sono ritenuti "parte lesa".

Ma - sottolinea la Gazzetta dello Sport - la procura di Milano ha comunque avviato quello che tecnicamente è un "procedimento di prevenzione" nei confronti di Inter e Milan, dopo il blitz che ha spazzato via i vertici delle due curve, per le attività illecite e le infiltrazioni della criminalità. Cosa rischiano le società? Secondo la rosea, il rischio è quello di finire in amministrazione giudiziaria qualora non dovessero riuscire a dimostrare di non avere alcun legame che configuri forme di intimidazione o di assoggettamento nei confronti delle frange estreme del tifo organizzato. Una sorta di "amministrazione controllata" la prospettiva più estrema che si scongiura innalzando i controlli organizzativi, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti.

I due club si sono messi immediatamente a disposizione degli inquirenti e dal quadro dell'inchiesta sono emerse "carenze organizzative" per quanto riguarda i nerazzurri proprio nella gestione dei rapporti con la tifoseria. Giudicati inefficaci i controlli per l'accesso allo stadio con troppi ingressi senza regolare biglietto e intimidazioni agli steward. Inoltre, sono stati forniti tagliandi a soggetti legati alla criminalità, che hanno poi effettuato guadagni rivendendo tali tagliandi a prezzi maggiorati per la finale di Champions League del 2023.

Sezione: Focus / Data: Mar 01 ottobre 2024 alle 08:28 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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