Importanti novità su Suning Group, la società di Nanchino che fino a qualche mese fa aveva in capo l'Inter, rimbalzano dalla Cina fino a Londra, passando per l'Italia. Tre holding di proprietà di Zhang Jindong, ex proprietario dell'FC Internazionale, hanno dichiarato bancarotta in Cina con un accordo per la ristrutturazione del debito.

Ad annunciarlo è il National Enterprise Bankruptcy Reorganization Case Information Network che un paio di giorni fa ha infatti annunciato che la "Corte Centrale di Nanchino il 26 gennaio 2025 ha accettato la richiesta di riorganizzazione fallimentare da parte di Suning Appliance Group, Suning Holdings Group e Suning Real Estate Group che nelle prossime settimane andranno in scena i primi incontri con i creditori" come spiega Calcio e Finanza che tenta di dare un'immagine chiara di quanto accaduto nelle scorse ore in casa Zhang

Suning Appliance Group (1,4%) e Suning Holdings Group (2,75%) (holding attraverso cui la famiglia Zhang controllava l'FC Internazionale) sono due holding di cui Jindong Zhang controlla una piccola percentuale in Suning.com, società di cui l'ex patron dell'Inter controlla il 17,7%. Suning.com invece è "la società che opera nell’ecommerce e principale azienda di quella che era la galassia degli Zhang, il maggiore azionista è Taobao, che detiene il 20,09% delle azioni (tramite la controllata Hangzhou Haoyue Enterpresi Management). Alle sue spalle come detto c’è Zhang Jindong, mentre tra gli altri principali azionisti il fondo statale Jiangsu Xinxin Retail Innovation Fund Phase II detiene il 17,05% delle azioni, mentre Jiangsu Xinxin Retail Innovation Fund detiene il 5,61%".

Il tramonto dell'universo Suning è dovuto agli investimenti da parte della società andati perduti per buona parte. Oltre all'investimento sull'Inter, andato in fumo, o meglio a Oaktree, fondo che ha 'riscattato' l'Inter come pegno in cambio al mancato saldo del debito di 395 milioni, "ci sono anche gli investimenti tra gli altri in Carrefour, Wanda e soprattutto Evergrande, con stime di investimenti per oltre 10 miliardi di euro tra il 2012 e il 2020 in gran parte conclusi negativamente" per via della crisi economica scoppiata per via della pandemia.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 09 febbraio 2025 alle 13:50
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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