Facciamo un tuffo nel passato, e precisamente nella primavera del 1982, l'anno che vide l'Italia di Bearzot trionfare in Spagna al Mondiale. Lo facciamo grazie a un articolo apparso oggi sul 'Corriere della Sera' che racconta alcuni retroscena interessanti sull'acquisto da parte della Juventus di Michel Platini. La storia forse è nota ai più, ma ve la riassumiamo: sul giocatore, già considerato a 22 anni il miglior talento transalpino, si muove a metà della primavera del 1978 l'Inter, tramite Sandro Mazzola, che aveva strappato un'opzione al Nancy per portare il giocatore a Milano. Ma sono ancora i tempi delle frontiere chiuse, per poter tornare a portare gli stranieri in Italia, uno per squadra, bisognerà attendere due anni.

Intanto, Platini, passato al Saint Etienne, si infortuna gravemente alla gamba destra. L'Inter non è più convinta di portare il giocatore in Italia, ma vuole fare un ultimo tentativo organizzando un'amichevole a Cesena proprio con 'les verts', per testarne le condizioni. Il test non convince e allora l'Inter preferisce cambiare obiettivo comprando Herbert Prohaska. A inizio ’82, la Federcalcio italiana decide di raddoppiare gli stranieri per ciascun club di serie A. A quel punto entra in scena la Juve: dapprima pensa a un polacco, Zibì Boniek, un centrocampista d’attacco che segna e fa segnare; però arrivano a Torino i segnali del desiderio di Platini, in scadenza di contratto con il St.Etienne, di trasferirsi in Italia.

Mercoledì 23 febbraio ’82, a Parigi si gioca Francia-Italia. Gianni Agnelli telefona a Giampiero Boniperti, presidente della Juve dall’11 luglio ’71, come fa quasi ogni giorno, ma stavolta la telefonata è più breve del solito: "Stasera guardiamo insieme il match di Parigi". Davanti alla tv i due sono estasiati dalla prova di Platini, davvero incontenibile quel giorno: "Prendiamolo, questo è il momento giusto. Un giocatore così ci farà divertire per tanti anni", dice l'avvocato al presidente della Juve, che da quell'istante comincia a muoversi a fari spenti (I giornali italiani sono in sciopero, la partita va in onda in tv senza commento).

All'epoca venne deciso che gli stranieri andavano tesserati entro il 30 aprile; Boniperti, due giorni prima della scadenza, vola a Parigi per incontrare l'agente di Platini, Bernard Genestar, col quale si era già incontrato qualche giorno prima. Intanto, è tutto fatto per Boniek. I due telefonano a Platini, impegnato in serata in Francia-Perù, "perché dobbiamo chiudere in due giorni". Poche parole: "Ci vediamo venerdì a Torino per il contratto". Boniperti rientra a casa, fa sapere che la Juve ha chiuso il suo mercato, con l’acquisto di Boniek. Non è vero: va un’altra volta dall’Avvocato per vedere Francia- Perù, sapendo di avere Platini in tasca.

Il passo finale lo riportiamo dall'articolo del Corriere della Sera: "Venerdì 30 aprile, all’alba, Platini lascia St.Etienne e alle 8 è all’aeroporto di Lione (...), alle 10 è nell’ufficio di Boniperti e Giuliano, in riva al Po, comincia una trattativa estenutante, perché c’è da stabilire la cifra esatta da versare al St.Etienne in base al parametro definito dalla Federcalcio europea (Platini è un giocatore a fine contratto); ci sono alcune clausole di difficile interpretazione; c’è da trovare l’accordo economico con il giocatore (400 milioni di lire al primo anno, 440 al secondo) e l’intesa sulle partite da giocare con la Francia. Si muove Platini, chiama il presidente del St.Etienne, Rocher, e ottiene il via libera, in cambio del versamento di 1.280.000 franchi. Alle 17, l’operazione si chiude. Brindisi finale (spumante), Boniperti raccomanda a Platini di tagliarsi i capelli ("e se poi perdo le mie forze?"), poi accompagna Platini, Genestar e Piat a Caselle. Guida lui, per essere certo di non essere intercettato da nessuno. Invece il 'Telefono rosso' di Europe 1 gli sta rovinando i piani. È il programma in cui gli ascoltatori si improvvisano investigatori per vincere un premio di 500 franchi. Qualcuno ha visto Platini; Eugène Saccomano dà l’annuncio alla radio. La Juve non può più tenere nascosta la notizia. Brady va in sede e alle otto della sera scopre di dover lasciare la Juve. Boniperti si commuove: "È il calcio, è la vita". Insieme, in cinque anni la Juve e Platini arriveranno in cima al mondo".  Con buona pace dell'Inter, che si vide sfuggire un campione quando questi sembrava a portata di mano. Arriveranno Juary, Coeck, Rummenigge, Brady, Scifo, ma per tornare a vincere si è dovuto aspettare il 1989, l'anno dell'Inter dei record guidata da Trapattoni e con in campo Matthaeus, Diaz e Brehme.
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 05 agosto 2010 alle 15:38 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Redazione FcInterNews
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