Analisi accurata quella che Beppe Bergomi propone sulle colonne della Gazzetta dello Sport. Ecco il pensiero dell'ex capitano dell'Inter sul momento dei nerazzurri.

"La risposta non c’è. La risposta alla domanda più semplice del mondo non c’è. Perché l’Inter fallisce le occasioni di svolta? Perché nell’incedere, sceglie sempre la porta girevole errata? Fatico a capire il perché. 
La vittoria di Firenze, il successo contro il Verona e il pareggio positivo con la Roma mi avevano lasciato la sensazione che il gruppo potesse svoltare. 
Addirittura avevo pensato che la squadra di Mazzarri potesse aggredire il secondo (terzo, ndr) posto del Napoli. Invece mi sono dovuto ricredere. Prendiamo l’esempio della partita contro l’Atalanta. Inutile arrivare al novantesimo e sentirsi dire che si poteva vincere. Non si poteva, si doveva farlo. Perché certe partite l’Inter deve vincerle. Ma come? Aggredendo subito l’avversario, non rincorrendolo dopo esser andato sotto. Bisogna mettere in chiaro le cose fin dal principio e concretizzare le occasioni . 
Mi hanno insegnato a Coverciano, e da ex giocatore lo confermo, che la squadra rispecchia sempre l’atteggiamento del tecnico. E in questo momento Mazzarri trasmette ansia alla squadra. Non un’ansia positiva. Un’ansia destabilizzante. Forse perché deve raggiungere l’Europa a tutti i costi. O forse perché crede di doversi meritare la fiducia di Erick Thohir. Sbaglia. La fiducia del proprietario l’ha già incassata, l’ultima volta nell’incontro di pochi giorni fa. Forse vuole dimostrare di valere di più, vuole ricordare al suo datore di lavoro di essere colui che ha portato il Napoli al secondo posto in campionato e in Champions League. Il confronto con il passato, però, non lo sta aiutando. 
La sconfitta (pareggio, ndr) di lunedì sera a Livorno mi manda fuori di testa. Non si può essere avanti sul 2-0 in trasferta e finire con un pareggio. Una squadra come questa Inter, che ama giocare di ripartenze rapide, deve sfruttare gli spazi che il Livorno aveva naturalmente lasciato. Non farsi infilare o addirittura aiutare i rivali a raggiungere Handanovic. 
Capitolo Guarin. Fermo restando che a me il colombiano piace per la sua capacità di frustare la partita, il suo errore nasce e finisce lì. Ha ritrovato la tranquillità dopo il caso Juventus, ha rinnovato il contratto e il pubblico di San Siro è con lui. Su Fredy si può contare: non solo per questo torneo, ma anche per i prossimi anni. Per Guarin, come per tutta la rosa, parte tutto dalla testa. Non si tratta soltanto di valutare la condizione atletica, ma quella mentale. Ecco perché dico che il cambio di passo nei momenti decisivi è ancora possibile. Ma per farlo, serve determinazione e aggressività fin dal principio delle partite. E soprattutto serve contro le piccole, contro la squadre che seguono l’Inter in classifica. Il calendario mette sul piatto Bologna, Sampdoria e Parma prima di sfidare Napoli e Milan".  

Sezione: News / Data: Mer 02 aprile 2014 alle 12:27 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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