Nell'intervista concessa da Andrea Abodi a La Gazzetta dello Sport si parla anche di riforme nel calcio, di stadi, di campionato e di Nazionale: "Parlando degli Europei, dopo la sconfitta di Berlino è mancata l’autocritica, l’assunzione di responsabilità, un confronto in Consiglio federale, a partire da una relazione del presidente Gravina - sottolinea in un passaggio il ministro per lo Sport -. La data delle elezioni, anticipate, come primo passo mi è sembrata una risposta istintiva e non il frutto di una riflessione comune. Di certo, questa accelerazione ha reso utile e ancora più necessario l’emendamento Mulè, nella sua versione finale. Alla prima avrei dato parere negativo, lo avevo detto anche al presidente Uefa Ceferin, con cui in Germania ho avuto un confronto franco e costruttivo, contrariamente a ricostruzioni fantasiose e non corrette. In ogni caso, ora mi auguro che la norma, che verrà approvata nelle prossime ore, trovi attuazione immediata per libera volontà della Figc e delle sue componenti".

Ci si riuscirà per il voto del 4 novembre? 
"Sì! Sono fiducioso che il lavoro che stiamo facendo porti il sistema a una riforma seria e completa".

Pensa che Gravina si ricandiderà? 
"Penso voglia valutare come si evolveranno determinate situazioni, a partire dagli equilibri nelle Leghe. Vuole evitare che qualcuno abbia il sopravvento, è una specie di logica del disarmo bilanciato. A me ha detto delle cose, sono convinto che dirà le stesse anche in pubblico. D’altro canto il livello dello scontro e delle contrapposizioni personali - sempre da stigmatizzare - hanno raggiunto l’insopportabile, adesso deve prevalere solo l’interesse generale".

Scontro con la Serie A intende? 
"Alcuni club della A e non solo. Di certo mi auguro che la Serie A sappia trovare una sua definitiva compattezza e che le uniche esuberanze le dimostri nella progettualità industriale e nella voglia di migliorare il prodotto e, di conseguenza, i fatturati. Ora ognuno deve dare il suo contributo".

Come ha letto la recente approvazione in Consiglio federale del regolamento elettorale Figc? 
"È una scelta del presidente Gravina e del Consiglio. Io non avrei fatto fughe in avanti. oggettivamente non è stato un segnale di comprensione della situazione. Nonostante quest’ulteriore accelerazione, adesso sarà fondamentale trovare le intese che permetteranno di affrontare e risolvere le problematiche del nostro sistema calcistico e che non riguardano solo rappresentanze e percentuali, ma sono legate alla visione, alla progettualità e agli obiettivi che si vogliono conseguire".

Parliamone. 
"Per capitoli e in sintesi, dai settori giovanili al calcio femminile, dalla qualità delle competizioni di alto livello e ai calendari. Contestualmente, c’è il tema delle infrastrutture. Questioni che potremo affrontare a breve anche in un disegno di legge che sto predisponendo, previsto nel collegato alla Finanziaria 2024, che sostituirà la Legge Melandri, tenendo conto del prezioso lavoro che sta svolgendo la VII Commissione del Senato e del contributo che vorrà dare l’equivalente Commissione della Camera".

Però da parte di molti dei coinvolti ci sono state forti resistenze al cambiamento.
"Il sistema, o presunto tale, fino a oggi ha dimostrato di non aver voglia di mettersi in discussione, di cambiare e migliorare. Abbiamo assistito a reazioni, in molti casi scomposte, con le quali si è risposto alla proposta di istituire una Commissione terza e indipendente sui bilanci dei club professionistici. Noi siamo andati avanti, per garantire l’equilibrio economico finanziario e la sostenibilità del sistema, così come l’equa competizione, perché chi adempie a tutti gli obblighi non si senta un fesso...".

Parliamo di stadi. 
"Ci sono tanti progetti, mi sento di tranquillizzare tutti sul fatto che organizzeremo, con la Turchia, l’Europeo 2032: faremo la proposta dei 5-6 stadi all’Uefa entro ottobre 2026 e entro aprile 2027 saranno aperti i cantieri. Ma la nostra idea per le infrastrutture va ben oltre: stiamo facendo un lavoro strutturato e concreto, mai svolto prima, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, insieme a Cdp, Invimit, l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, SACE e Sport e Salute, con la prospettiva di allargarlo al Ministero delle Infrastrutture. Questo gruppo di lavoro, di cui fa parte anche la Figc, identificherà nelle prossime settimane, poche, il portafoglio degli strumenti finanziari e amministrativi che metteremo a disposizione dei vari progetti. Con il ministro Giorgetti stiamo ragionando anche di crediti d’imposta per le infrastrutture, da associare a quelli per i settori giovanili e il calcio femminile".

Nuovi aiuti al calcio? 
"Sì, ma non a fondo perduto. Andremo avanti con il diritto alla scommessa, dal quale trarremo risorse anche per lo sport sociale. Vedete, in un rapporto rispettoso delle istituzioni, collaborativo e costruttivo, ci si predispone a trovare delle soluzioni ragionevoli. È il nostro primo interesse".

Torniamo agli impianti? 
"Abbiamo incontrato amministrazioni comunali e club per gli stadi di Bologna, Firenze, Cagliari, Parma e Empoli. E c’è stato un primo incontro al Ministero con il sindaco Manfredi e il presidente De Laurentiis per lo stadio di Napoli. Finalmente si è arrivati all’idea che si lavori tutti insieme per riqualificare e rigenerare profondamente il Maradona. Mi auguro che lo stesso effetto si abbia a Roma o a Milano, dove mi pare manchi ancora una soluzione finale. Ma anche a Palermo, Bari, Verona e Genova c’è fermento. C’è una competizione da vincere: la selezione degli stadi italiani per Euro 32; e una sfida fondamentale: la modernizzazione e umanizzazione dei nostri impianti".

Come sarà il prossimo campionato?
"Ancora più combattuto e competitivo, ci sono almeno altre due-tre squadre che possono dar fastidio all’Inter campione in carica. Conte? Sono curioso di vedere come si combineranno tre elementi: il mister, De Laurentiis e la passione dei napoletani... Sarà comunque uno spettacolo".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 21 luglio 2024 alle 12:14
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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