"Dopo tutto quello che ho dovuto mandare giù... Le cose però sono migliorate, mi sono vaccinato". Lo dice Gian Piero Gsperini al Corriere dello Sport quando incalzato sul su rapporto con gli arbitri: "Da un certo punto di vista anche loro hanno imparato a conoscermi, si rapportano in modo diverso - ammette il tecnico dell'Atalanta -. Qualche anno fa ci sono state troppe cose, comunque devo ammettere che il loro è diventato un mestiere impossibile, colpa del regolamento che troppo spesso non è chiaro". 
 
Volutamente? 
"Questo non lo so, ma sui contatti e i falli di mano non si capisce più nulla. Troppe interpretazioni dissimili e notevoli diversità tra il campo nazionale e quello internazionale. In serie A e nelle coppe si giocano due differenti sport. Prendi l’Europeo, il Var è intervenuto pochissime volte, mentre da noi arbitra spesso. Le decisioni del Var vanno disciplinate una volta per tutte. Aspetta, un’altra cosa che mi fa andare fuori di testa è la simulazione".

L’ultimo Europeo per noi è stato addirittura depressivo. Cosa ne pensi? 
"La penso come tanti altri. È mancata la squadra, Spalletti non è riuscito a trasmettere certi princìpi, le ragioni può conoscerle soltanto lui. L’Italia era scarica, svuotata. La delusione principale è stata questa, perché le nostre nazionali si sono sempre distinte per solidità, senso del gruppo. Non abbiamo mai avuto i Pelé, i Maradona, i Cruijff, i Messi, però gli ottimi giocatori non sono mancati. I nostri Palloni d’oro si chiamano Rivera, Rossi, Baggio, nel 2006 l’hanno dato a un difensore, Cannavaro, in quella squadra c’erano Iaquinta, Camoranesi, Gilardino, Oddo, Grosso, Perrotta. Noi italiani siamo così, dopo una delusione butteremmo tutto a mare. Dovremmo invece ripartire dalla lezione subita. E dai vivai, certo. L’80 per cento dei giovani italiani gioca a calcio e se non riusciamo a farli crescere e a portarli in prima squadra è il sistema che è sbagliato"

Perché quando un calciatore lascia l’Atalanta finisce per rendere la metà? Con te sputano sangue?  
"Altra leggenda metropolitana. Mancini e Cristante nella Roma, Kessie, Romero, Hojlund allo United...".  

Poche unità rispetto alla marea di fallimenti. 
"Noi facciamo spesso allenamento. Qui in ritiro sono arrivato a tre al giorno". 

Gian Piero, è vero che l’Atalanta ti riconosce una percentuale sulle vendite? 
"Ehm... Alla fine del primo anno, quello del boom, furono ceduti Caldara, Kessie, Conti, Bastoni, Gagliardini. Avevo uno stipendio basso (altra risata), Percassi premiò il merito, integrò. Questa felice tradizione si perpetua ogni anno".  

Tu uno degli alfieri degli over 60: Sarri, Mourinho, Spalletti, Ranieri che ha appena mollato. Occhio ai giovani. 
"Ma io sto tra i quarantenni". 

Molti sono figli tuoi: Motta, Palladino, Gilardino, Juric, Bocchetti, Biava, Paro, Modesto. Thiago è il più trendy. 
"A Bologna ha fatto cose eccezionali, proponendo soluzioni nuove, in particolare nel disimpegno dal portiere".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 13 luglio 2024 alle 12:45
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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