'O mangi la minestra o salti dalla finestra': in buona sostanza, è questo quello che l'Inter ha detto Wesley Sneijder. Detto con toni meno drammatici, l'olandese è di fronte ad un bivio: o accetta le condizioni della società nerazzurra e acconsente alla spalmatura dell'ingaggio per proseguire almeno fino al 2015, anno della scadenza del suo contratto, l'avventura in nerazzurro, oppure si ritroverà a recitare forzatamente la parte del 'separato in casa', che potrà allenarsi ma non essere utilizzato dal tecnico Andrea Stramaccioni, secondo la spiegazione fornita sabato da Marco Branca. Ma cosa potrebbe succedere se l'olandese, uno dei pilastri dell'Inter vincitutto del 2010 ma che poi ha dato vita ad una serie di performances altalenanti, decidesse per l'extrema ratio e rifiutasse la proposta? A quel punto diverrebbe un problema per tutti: in primo luogo, per lui, che potrebbe pagare a lungo questa sua decisione col mancato impiego. In seconda battuta, per lo spogliatoio, perché si deve considerare il fatto che Sneijder comunque è uno degli elementi più amati dal gruppo interista (dove vanta ancor più amici di quanti si presuppone ne abbia sulla sponda rossonera del Naviglio, ndr) e quindi il suo stato d'animo negativo potrebbe in qualche modo inficiare l'armonia della squadra.

La patata più bollente di tutte, però, l'avrebbe in mano la società, costretta giocoforza ad operare la strada della cessione, e questo nel minor tempo possibile, perché tenere per sei mesi un giocatore in rotta con l'ambiente risulterebbe sicuramente controproducente anche e soprattutto in termini economici, visto l'inevitabile ulteriore deprezzamento a cui andrebbe incontro Sneijder, calo di valutazione peraltro già in atto visto il rendimento e considerati i frequenti infortuni subiti nelle ultime due stagioni e mezza. Questo, purtroppo, è un discorso va al di là del problema più pressante, che è quello dell'ingaggio, parametro del quale alla fine tutti in casa Inter si ritrovano più o meno prigionieri, perché è difficile trovare in Europa (in Italia siamo virtualmente all'impossibile) un club in grado di sobbarcarsi senza problemi sia il costo dell'operazione sia il peso dello stipendio del fantasista di Utrecht.

E allora che fare? La strada auspicabile sarebbe quella di trovare un giocatore in una determinata squadra che in questo momento sta vivendo una situazione quasi da 'esodato', che malgrado le sue innate qualità si trova molto indietro nelle gerarchie del proprio tecnico e vede i suoi spazi sempre più ridotti. E tutte le strade, almeno secondo i primi spifferi di radiomercato, portano verso una precisa direzione: Parigi. Quella Parigi degli sgambetti per Lavezzi, Verratti e Lucas, quel Paris Saint Germain dove oggi c'è un giocatore ben noto alle platee italiane, annunciato come un campione degli anni a venire, che in questo momento sta vivendo una fase molto difficile: Javier Pastore, primo acquisto della munifica era dello sceicco Al-Thani, che dal Flaco è partito per costruire il suo Dream Team ma che in questa squadra dai nomi meravigliosi spazio non ne ha praticamente più. Questo al culmine di un'avventura, quella transalpina, non iniziata sotto i migliori auspici (nei primi tempi si dubitava pesantemente in Francia sulla spesa per il giocatore, 45 milioni di euro) e che rischia di concludersi peggio, anche perché con l'imminente arrivo del brasiliano ormai ex Sao Paulo i suoi spazi rischiano di chiudersi ulteriormente. 

L'idea di proporre un altro 'scambio tra scontenti', sebbene più economicamente importante rispetto a quello che ha coinvolto Giampaolo Pazzini e Antonio Cassano, pur rimanendo nell'ambito delle semplici voci da radiomercato, non sarebbe certamente campata per aria: in primo luogo perché l'ingaggio del giocatore argentino sarebbe perfettamente in linea coi nuovi canoni nerazzurri, essendo lo stesso proposto a Sneijder. A differenza di Wes, poi, Pastore è più duttile tatticamente, in quanto in grado di svariare più o meno su tutto il fronte offensivo. L'Inter pensò già a lui tempo addietro, ma rallentò perché giudicato ancora non pronto e al contempo troppo costoso. Ma adesso, forte anche degli sponsor di cui godrebbe alla Pinetina dove gli argentini sono sembre graditissimi, potrebbe essere di nuovo tempo per riprovarci. Rimaniamo ovviamente nel campo delle ipotesi, ma la situazione Sneijder-Inter è reale e richiede una soluzione. Se non si trovasse un punto d'incontro, ogni scenario sarebbe lecito.

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 26 novembre 2012 alle 15:20
Autore: Christian Liotta
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