"Non è dato a sapersi se l’acquisto di Roberto Gagliardini avrà impatto simile a quello di Roberto Donadoni firmato dal primo Milan guidato da Fininvest. Però il trait-d’union tra i due affari è destinato a segnare per lungo tempo la carriera del ragazzo". Tuttosport fa il parallelo tra il centrocampista nerazzurro e l'ex ala rossonera, oggi tencico del Bologna. "Nell’estate del 1986, Silvio Berlusconi, versando 10 miliardi nelle casse dell’Atalanta per quel riccioluto ragazzotto nato a Cisano Bergamasco, voleva incrinare un’asse, quella tra Bergamo e Torino, che aveva fin lì visto finire in bianconero tutti i prodotti migliori del vivaio atalantino. Più che una trattativa di mercato, fu una mossa politica, un guanto di sfida al potere da parte di un club che mirava a diventare superpotenza. Per certi versi, l’affare Gagliardini ricorda quello che portò Donadoni al Milan con un importante distinguo: da Torino insistono sul fatto che il centrocampista - dopo l’acquisto di Rincon - non era più una priorità e che quindi la Juve, nel caso, si sarebbe messa in corsa per la stagione che verrà. Suning, su input di Stefano Pioli, si è invece mosso subito. E ha imbastito un’architettura in grado di soddisfare tanto la Uefa (prestito di diciotto mesi a 2 milioni), quanto i desiderata di Percassi (riscatto a 20 più bonus, destinati a far lievitare il costo del cartellino a 27-28): era dai tempi di Christian Vieri (pagato 90 miliardi nell’estate ‘99) che un italiano non era valutato quelle cifre".  
 

 
 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 03 febbraio 2017 alle 10:55 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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