Intervista della Gazzetta dello Sport a Rudi Voeller, ex centravanti tedesco della Roma e della nazionale. Questa è l'occasione per parlare di Italia-Germania di Nations League alle porte.

Buongiorno Voeller, ricorda il suo primo Italia-Germania?
"Sì, certo: era la semifinale di Messico ‘70. Quel 4-3: per tutti gli italiani, la partita è una leggenda. Avevo dieci anni. L’ho guardata con mio padre. Era di notte, ma era una partita che non si poteva perdere. Penso che da quella gara sia venuta la fiamma per considerare sempre particolari gli incontri tra queste nazionali".

Nel 1988, già da giallorosso, sfidò gli azzurri all’Europeo. Come finì?
"Pareggio per 1-1 a Düsseldorf, nel girone della fase finale. Gol di Roberto Mancini e Andi Brehme. Mi marcava di più Riccardo Ferri, ma c’era anche Beppe Bergomi. La grande difesa dell’Inter, con Walter Zenga in porta. Ah sì, me li ricordo. Quanti duelli, sempre difficili: contro di loro anche nella finale di Coppa Uefa del 1991, Roma-Inter. Vinsero loro".

Adesso dalla difesa dell’Inter avete chiamato Yann Bisseck, che è l’unico debuttante in questa nuova rosa: come lo seguivate?
"Si è meritato questa convocazione. Da tanto tempo avevamo parlato di lui e, come ha detto il nostro allenatore, forse un paio di mesi fa aveva momenti migliori, con l’Inter giocava sempre. Adesso gioca un po’ meno, ma ha sempre meritato di venire con noi. È arrivato da qualche ora in ritiro, si è unito alla squadra a pranzo, ha fatto gruppo e l’ho accolto così: “Ecco che arriva l’italiano di Colonia”. Fra l’altro parla molto bene la vostra lingua".

La cura Inzaghi ha funzionato su di lui?
"Sì, l’ha visto anche lui. Io lo avevo già notato in Champions League quando l’Inter affrontò il Leverkusen. Si sta meritando quello che ha con le prestazioni. Yann sta crescendo bene".

In Italia chi le piace?
"Ci sono tanti giocatori bravi, quelli dell’Inter, Barella e compagni, ma non solo: un attaccante che mi piace tanto è Retegui dell’Atalanta".

Sezione: Rassegna / Data: Mar 18 marzo 2025 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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