Differenza tecnica individuale e collettiva. Contro la Spagna abbiamo sofferto le sette camicie. A tratti la nostra inferiorità è stata imbarazzante. Le nostre pedine correvano in mezzo al campo alla disperata ricerca del pallone, che era attratto dalla calamita iberica. Sapevamo di essere meno forti (per usare un eufemismo) della Spagna. Non c'è stata gara, in fin dei conti. Ma la riflessione in questo editoriale è proiettata sulla mentalità identitaria. Lamine Yamal in Spagna gioca senza alcun problema e con la massima fiducia dell'ambiente Barcellona e della nazionale. Un amico, invece, mi ricorda che Arena (fantasista classe 2000 acquistato dal Pisa) viene considerato dalle voci di popolo italiche ancora giovane perché deve digerire il salto dalla C (Gubbio) al Pisa (B), e quindi va impiegato con il contagocce. C'è la volontà di simulare e dissimulare altre linee di pensiero. Tornando al confronto di giovedì sera: tiri totali 20 a 4, differenza sostanziale nella freschezza, nel palleggio, nella qualità, nella creatività.

Qualche buono spunto c'è, ma perché non percorrerlo a livello sistemico? Ricordiamo la vittoria dei gioiellini dell'Under 17, che hanno conquistato il tetto d'Europa con grande personalità. Il responsabile delle nazionali giovanili Maurizio Viscidi è un profondo conoscitore della materia e ha più volte certificato la volontà di cambiare metodologia di lavoro nei vari settori giovanili. La sua applicazione concettuale è stata strepitosa e siamo contenti di esser tornati a far la voce grossa. Ma la proiezione è incentrata già sul prossimo obiettivo. Milan e Inter protagoniste. "Se inizieranno a giocare a due tocchi, spalle alla porta, vuol dire che avranno intrapreso la strada sbagliata". Virgolettato da incorniciare. Indovinate chi l'ha pronunciato? Maurizio Viscidi, il deus ex-machina dal quale tanti dovrebbero imparare. In silenzio. Anziché parlare a vanvera nei vari convegni per pura visibilità.

Ma contro la Spagna abbiamo constatato una differenza abissale a livello di scuola e di approccio. Il coraggio e la sfrontatezza non fanno parte della nostra mentalità, che resta quella di non prenderle. Ma sarebbe anche l'ora di iniziare a ragionare in modo differente. Perché preferiamo il passaggio laterale a 5 metri rispetto al tentativo di puntare l'uomo e tirare dritti verso la porta? Perché manca il coraggio di lanciare Camarda, Mosconi e giovane compagnia cantante, nella mischia della Nazionale maggiore? Difetti strutturali, poltrone colme di polvere e persone che non hanno mai avuto nulla da dire al mondo del pallone. Costruito su vizi originali, storici e mai persi. E sarà dura sradicare queste radici illustri, questa matrice che deve seguire l'evoluzione del mondo. Meno social, più spensieratezza. Meno gabbie, meno tattica (anche ai presunti esperti dei salotti televisivi), più spazio al talento. Lasciato libero di esprimersi.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 giugno 2024 alle 00:01
Autore: Niccolò Anfosso
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