Un derby indirizzato sui binari perfetti di gestione del vantaggio e attesa dell’avversario, gettato poi al vento per alcuni episodi e una poca compattezza tra centrocampo e difesa nei momenti cruciali del secondo tempo. Il Milan alza la Coppa, l’Inter torna a Milano con più di qualche rimpianto.

L’aspettativa della vigilia viene disattesa. Il Milan non aspetta i nerazzurri basso e compatto ma è aggressivo e si alza uomo su uomo stile Atalanta sui portatori palla dell’Inter. La costruzione degli uomini di Inzaghi non è quindi fluida. L’impostazione a 3 dietro inizialmente arranca per la pressione rossonera di Morata, Jimenez, Pulisic e uno tra Fofana e Rejinders, che si alzano a prendere i braccetti e i due centrocampisti Barella e Calhanoglu. Non ci sono linee di passaggio pulite e la fluidità di manovra ne risente. Anche Mkhitaryan non riesce a trovare quella posizione ibrida tra le linee che tanto fa male alle linee avversarie, grazie al raddoppio costante di Emerson Royal e Fofana. L’Inter nel primo tempo non riesce a filtrare bene e a riversarsi in attacco con tanti uomini, perché il Milan una volta recuperata palla si catapulta con grandi corse nella trequarti avversaria costringendo i nerazzurri a continue corse all’indietro a protezione. Dimarco è tra i due fuochi di Jimenez e Emerson Royal e non riesce a incidere con i suoi soliti tagli centrali a stressare la difesa. La linea a 4 rossonera è sempre vigile e si alza subito insieme al centrocampo per dare pressione e rimanere compatti. 

Taremi davanti fa un grande lavoro di raccordo pulendo palloni con qualità, Lautaro fa i movimenti che di solito sono di Thuram: spesso detta la profondità, allunga la squadra attirando su di se il raddoppio di marcatura. Il centrocampo con l’infortunio di Calhanoglu e l’ingresso di Asllani gioca ad un tocco in più. Nonostante un Milan aggressivo e famelico, l’Inter riesce a pungere due volte grazie al duo d’attacco. Poi però non riesce a mettere la partita in ghiaccio, perché il Milan pressa e corre, soprattutto con gli esterni e con i tagli di Rejinders e, grazie a un episodio, si rimette in partita. L’entrata di Leao poi fa il resto. Se De Vrij ha sempre tenuto con autorità Morata senza concedergli mai il tiro o di girarsi e puntare, Bisseck fa fatica a contenere il numero 10, perennemente supportato da un Theo in forma smagliante, che costringe Dumfries indietro. Il Milan attacca e l’Inter riparte in contropiede, non sfruttando le 3 occasioni nitide che si crea per chiudere la partita. Delle letture sbagliate, i reparti troppo staccati e la bravura degli avversari completano la rimonta. L’Inter perde la coppa dopo aver subito una rimonta che dovrà far riflettere per il futuro.

Riccardo Despali

Sezione: Angolo tattico / Data: Mar 07 gennaio 2025 alle 13:50
Autore: Redazione FcInterNews.it
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