La Saras di Massimo Moratti chiude il 2021 con una perdita di 136 milioni di euro. Un dato che segnala comunque un miglioramento rispetto ai 197 milioni di rosso dell’anno precedente, con i ricavi che salgono da 5,3 a 8,6 miliardi di euro "con un ebitda comparable di gruppo positivo per 54,1 milioni di euro rispetto al rosso per 20,8 milioni di euro del 2020" precisa Calcio e Finanza. 

"Nel 2021 abbiamo conseguito risultati economico finanziari in deciso miglioramento rispetto al 2020, nonostante la robusta ripresa dei margini di raffinazione si sia registrata solo nel secondo semestre. A contrastare questo costante miglioramento dello scenario petrolifero è subentrata la tanto inattesa, quanto violenta, impennata dei costi legati all’energia elettrica e alla CO2 - ha commentao Moratti a margine del Consiglio -. In questo contesto di crescente complessità gestionale, sono proseguite le attività di razionalizzazione dei costi industriali e di contenimento degli investimenti adottate dal Gruppo alla fine del 2020. I ritmi sostenuti di crescita della domanda petrolifera registrati negli ultimi trimestri ci hanno consentito di elaborare un piano di breve e medio termine basato su fondamentali di mercato molto positivi, che prevedono un ritorno della redditività di Gruppo importante nel 2023, anche grazie al ruolo essenziale che la nostra centrale termoelettrica di Sarroch riveste in Sardegna".

"Queste prospettive sono state stravolte dalla crisi ucraina, in primo luogo per l’esplosione dei prezzi del gas, a cui sono legati quelli dell’energia elettrica, con un forte impatto negativo su tutte le filiere industriali energivore come la nostra - ha poi aggiunto l'ex patron dell'Inter -. In secondo luogo si è venuta a creare una forte turbolenza sui mercati petroliferi sia del grezzo sia dei prodotti perché, sebbene il settore non sia per ora soggetto a sanzioni, vi è sul il mercato una diffusa riluttanza da parte di molti Paesi occidentali a far ricorso ad esportazioni russe. Noi stessi per il momento abbiamo scelto, con sacrifici importanti, di non rivolgerci più a tale mercato. Saras in generale, per motivi tecnico-economici, ha sempre usato poco grezzo russo; tuttavia, la contemporanea scomparsa dal mercato di questa qualità di crudi, unita all’embargo di fatto sull’Iran e al recente blocco delle esportazioni dal nord dell’Iraq e, non ultimo, il probabile blocco e rallentamento generale delle esportazioni dal Mar Nero, sta creando una mancanza molto forte di petrolio grezzo ma anche di prodotti finiti".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 15 marzo 2022 alle 03:30 / Fonte: Calcioefinanza.it
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
vedi letture
Print