L'ultima recita dell'Inter nel 2024 va in scena in un Unipol Domus infuocato, da sold out e con più di 16mila spettatori (inclusa la leggenda sarda Gianfranco Zola) che sostengono il Cagliari ad alta voce. Ma tutto questo non basta. Dopo un primo tempo bloccato, i nerazzurri salgono in cattedra nella ripresa e schiacciano i sardi con un rotondo 3-0 (firmato da Bastoni, Lautaro e Calhanoglu) che porta con sé tante buone notizie: i tre punti, il momentaneo primo posto in classifica, un altro clean sheet e il tanto atteso ritorno al gol del capitano. 

Inzaghi ritrova De Vrij e lo rilancia dal 1' al centro della difesa, con Bisseck e Bastoni ai suoi lati. Sulle fasce ci sono ancora Dumfries e Dimarco, mentre in mezzo al campo è confermato il trio Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan, con Thuram e Lautaro a comporre l'attacco. Nicola deve invece rinunciare a Luvumbo e si affida al 4-4-1-1 con Gaetano alle spalle di Piccoli. A partire più forte è l'Inter che alza la pressione e schiaccia un buon Cagliari nella propria metà campo: prima lo squillo di Thuram smanacciato da Scuffet dopo appena 2' di gioco, poi il pallonetto fuori misura di Mkhitaryan e il destro di Dumfries (fermato per un fuorigioco inesistente) respinto ancora dal portiere rossoblu. Seguono due conclusioni imprecise dalla distanza di Adopo e Dimarco, mentre il momento no di Lautaro sembra essere certificato al 28' quando, a due passi dalla porta, spedisce clamorosamente alto di testa il cross tagliato di Calhanoglu e quando si fa innervosire dal sempre fastidioso Mina (inspiegabilmente mai ammonito). E mentre la partita va avanti, i fischi di Doveri non convincono praticamente mai. Nel primo tempo il protagonista principale resta Scuffet, che respinge anche la volée mancina dell'ex Barella e manda tutti al riposo sullo 0-0. 

Nella ripresa Nicola lascia negli spogliatoi il nervoso Mina e butta nella mischia Wieteska, mentre Inzaghi si affida agli stessi undici. Il copione non cambia: l'Inter fa la partita alla ricerca di spazi congestionati, il Cagliari prova a sfruttare il jolly delle ripartenze e delle palle da fermo. Per stappare la partita bisogna aspettare il 53', quando Barella pennella un cross sul secondo palo e pesca Bastoni, che con una traiettoria a giro di testa beffa Scuffet e porta in vantaggio i campioni d'Italia in carica. Pochi giri di orologio dopo l'Inter ha subito la ghiotta palla del raddoppio con Lautaro, ma il diagonale si spegne (ancora) a lato. Intanto Nicola si gioca le carte Pavoletti e Marin per Gaetano e Obert per dare centimetri e geometrie. E proprio il centrocampista verticalizza pericolosamente per Piccoli, bloccato però dalla perfetta uscita bassa di Sommer. Al minuto 70' Lautaro rompe (finalmente) la maledizione contro la sua vittima preferita: altro cross al bacio del solito Barella e piattone volante del Toro, che colpisce per la decima volta i sardi e - soprattutto - interrompe un digiuno che iniziava a diventare pesante con un macigno. L'Inter raddoppia e la girandola di cambi prosegue: da una parte Viola prende il posto di Makoumbou, dall'altra Carlos Augusto e Zielinski rimpiazzano Dimarco e il grande ex - fischiato (da una parte dello stadio) e allo stesso tempo applaudito - Barella. Prezioso e letale con due assist tanto belli quanto decisivi. I tre punti prendono definitivamente la direzione di Mialno al 77', quando Wieteska decide di giocare a volley in area di rigore obbligando Doveri a fischiare il penalty per l'Inter: dal dischetto Calhanoglu è glaciale e cala il tris. Inzaghi si gioca anche gli ultimi tre cambi inserendo Taremi, Asllani e Frattesi per Thuram, Calhanoglu e Mkhitaryan, mentre Nicola butta nella mischia Felici che scalda subito i guantoni di Sommer. L'Inter controlla e chiude il 2024 come l'ha iniziato e come l'ha portato avanti: vincendo. La speranza è che sia un buon augurio anche per il nuovo anno. 

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Sezione: Focus / Data: Sab 28 dicembre 2024 alle 19:56 / Fonte: dall'inviato a Cagliari
Autore: Stefano Bertocchi
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