L'ultima di un anno solare è la costruzione del cinismo. Così dev'essere, il momento nerazzurro impone una serata di fine dicembre brulicante di sentori d’entusiasmo. Di tensione, di paure, di attimi da cogliere senza indugio perchè le insidie possono sempre nascondersi anche dove nessuno se le aspetta. L'attesa è predicato di azione e reazione. Passano pochi secondi e l'accensione è attiva su entrambi i lati, perché l'avvio nerazzurro è l'indirizzo di una battaglia pronta a giocarsi anche sulle traiettorie sporche. Il Cagliari aggredisce e ci prova con i tentativi sui piazzati, serve unire anche la razionalità in quel fascino stravagante e un po’ bizzarro dell’istante del cammino. Sembra di (ri)nascere nel presente. Ciascuno è assorto nei suoi pensieri. Ci vuole coraggio per starsene soli come se gli altri non ci fossero, e pensare soltanto alle tue azioni. La truppa di Inzaghi si muove con dinamismo verso la porta avversaria, aggiungendo il vettore dell'imprevedibilità, costruendo le tracce sui lati.

QUELLA PARABOLA DELL'IMMEDIATEZZA. Ma la costruzione del vantaggio non arriva, seppur la chance di Lautaro Martinez gridi ancora vendetta. Pronti via e il secondo tempo inizia seguendo il consueto copione dell'attacco estemporaneo: le imperfezioni strutturali nel posizionamento sardo emergono e la parabola dell'immediatezza conduce al vantaggio firmato da Bastoni. Una palombella ingannevole, bastava davvero pochissimo per cambiare il volto alla partita e l'automatismo del sorpasso arriva con il grande attacco alla porta delle pedine nerazzurre. La partita è un continuo controllo dopo il vantaggio, l'ardore di un' inclinazione soggettiva ma allo stesso tempo collettiva. La qualità sopraffina ci fa sempre contemplare la bellezza del pallone. L'attacco della linea difensiva avversaria diventa un aspetto preponderante per lo sviluppo nerazzurro, così il Cagliari dopo aver incassato lo svantaggio mostra tutti i suoi difetti nelle esecuzioni offensive e difensive.

IL TIMBRO ARGUTO DEL TORO. Mancava da tanto, troppo tempo, il gol a Lautaro Martinez. Che coglie nel migliore dei modi il cross arcuato di Barella e deposita nel sacco il raddoppio. Un timbro cercato e voluto, quasi con la carica elettrica scaricata direttamente verso la porta difesa dall'incolpevole Scuffet nella circostanza. Doppio assist di Barella nella sua terra: entrambe le circostanze l'hanno visto scodellare in area palloni davvero interessanti. La difesa a zona del Cagliari non è stata certamente perfetta, ma il centrocampista nerazzurro ha calibrato due traiettorie davvero mozzafiato. I primi 15' del secondo tempo sono diventati un mantra interista: in zona gol la consistenza è davvero elevata e anche ieri a Cagliari i momenti chiave sono stati sfruttati alla grande dal Biscione. Fisicità e posizione: le mosse nerazzurre sono basate sull'aggressività in avanti, quando si crea l'opportunità per poter avanzare con il baricentro. Il sintomo di un'impostazione basata sulle esecuzioni tecniche di livello elevato. Accensione minuziosa e lo spegnimento non è concesso. Dal dischetto Calhanoglu torna a essere sentenza: tris calato senza appello. L'ultimo certificato di un 2024 davvero super.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 29 dicembre 2024 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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