"Simone Inzaghi ha il problema di girarsi", avrebbe detto il maestro Bruno Pizzul, il narratore del calcio italiano per eccellenza che ci ha lasciati in queste ore, all'età di 86 anni. Una delle frasi idiomatiche del giornalista, diventate celebri durante le sue telecronache puntuali e sobrie, si cuce alla perfezione su Feyenoord-Inter e sulla figura del tecnico piacentino, che nello spazio alle sue spalle, dietro l'area tecnica da cui spesso sconfina, conta tanti posti vuoti in panchina, lasciati liberi dai quattro laterali fuori per infortunio. Un'emergenza che lo ha costretto ad adattare Alessandro Bastoni nell'inedito ruolo di quinto a sinistra per toccare il meno possibile il collaudato 3-5-2. Va peggio a Robin Van Persie, terzo tecnico dei biancorossi in questa stagione, che all'esordio assoluto in Europa si presenta con una lista di indisponibili chilometrica. Fatto che non impedisce ai padroni di casa di esercitare la solita aggressività in campo dai primissimi minuti, in una connessione con il pubblico di casa che dopo neanche 2' permette di mandare in onda una scena sinistramente simile a quella della papera di Mike Maignan dello scorso 12 febbraio. Josep Martinez, al battesimo del fuoco in Champions, si fa trovare pronto respingendo in corner il tiro velenoso di Ibrahim Osman. L'Inter cerca di raffreddare l'ambiente incandescente, con un possesso di palla a cercare l'ampiezza per muovere le strette maglie avversarie. Obiettivo non proprio semplice da sviluppare, come appare chiaro poco prima del 10': la sventagliata di Kristjan Asllani, preferito a Hakan Calhanoglu in regia, non riesce a trovare la corsa di Francesco Acerbi che, con generosità, si reinventa terzino, ma non è propriamente Federico Dimarco. Si va da un lato all'altro del campo senza soluzione di continuità: Lautaro scippa la palla ad Hancko, ma Thuram non ha lo sprint dei bei tempi per approfittare dello spazio vuoto alle spalle della difesa; di là, è ancora Osman a seminare il panico, con Martinez bravo a chiudergli l'angolo di tiro con un ottimo posizionamento tra i pali. Gli esterni d'attacco del Feyenoord sono un rebus di non facile soluzione per l'Inter: se Osman porta pericoli da sinistra, Hadji Moussa si inserisce dalla parte opposta, nella zona di conflitto tra Bastoni e Acerbi. Senza dimenticare Paixao, scheggia impazzita, che ha la licenza di svariare su tutto il fronte offensivo andando a trovarsi gli spazi più adatti per far male agli ospiti. Il risultato di questo inizio? Cinque calci d'angolo conquistati nel giro di 20'. Che fanno volume a livello statistico restituendo al contempo l'impressione vivida che la squadra di Rotterdam ha avuto un approccio decisamente migliore alla partita. Impressione confermata anche, in negativo, dai nerazzurri, protagonisti di troppi errori  gratuiti sul piano tecnico. Dopo un rischio corso da Martinez nel rinvio, l'Inter prova a battere un colpo prima della mezzora: Thuram si conferma a mezzo servizio e anziché mangiarsi il campo andando dritto verso la porta deve accontentarsi di un assist a rimorchio per Lautaro, che calcia contro un difensore. Tutto inutile per la posizione in partenza di offside del francese. All'interno del 35esimo minuto, l'Inter riesce finalmente a dare continuità alla sua fase d'attacco con lo sganciamento di Acerbi che, controllando un cross di Pavard in area, obbliga quantomeno Timon Wellenreuther alla prima parata. E' il prodromo all'1-0 dell'Inter: al 38', Dumfries, illuminato dal lancio di Asllani, ricicla per il cross di prima intenzione calibrato perfettamente da Barella per la zampata acrobatica di Thuram. Trovato il vantaggio, i nerazzurri provano a sfruttare il momento di sbandamento degli avversari con la conclusione angolata di Lautaro che obbliga Wellenreuther al secondo intervento in una manciata di minuti. Il terzo arriva prima del duplice fischio sul calcio di punizione di Asllani. Zero a uno all'intervallo, la temperatura del De Kuip, la vasca in olandese, si è decisamente abbassata. 

SECONDO TEMPO -

Al 50', Lautaro Martinez spinge il tasto 'off' spegnendo il volume dello stadio con il gol del 2-0, segnato al culmine di un'azione impreziosita dal dribbling di Bastoni e dalla lucidità di Piotr Zielinski di fornire l'assist dopo un tiro respinto. Il colpo del raddoppio fa vacillare il Feyenoord, che prova a mantenersi in piedi con una buona chance per accorciare le distanze: Pavard, al 56', manca l'anticipo su Osman che serve al centro Moder, il cui tocco è impreciso e termina poco sopra la traversa. Un fuoriprogramma prima del rigore assegnato all'Inter dopo un lungo check col VAR e successiva on field review: c'è il tocco irregolare di Jeyland Mitchell su Thuram, che nel frattempo aveva lasciato il campo per Medhi Taremi. Che, però, non è il rigorista designato. Dal dischetto si presenta Zielinski, che si fa ipnotizzare da Wellenreuther. Al 70', altro episodio arbitrale ma nell'area dell'Inter: Ueda sfida in uno contro uno De Vrij, che tiene botta ed evita il peggio, senza commettere fallo. Al 71' è il momento di altri due cambi per Inzaghi: fuori De Vrij, tra gli applausi dei suoi ex tifosi, e Nicolò Barella per far posto a Yann Bisseck e Davide Frattesi. Nei minuti successivi, da annotare due cartellini gialli: uno per Bastoni, l'altro per Osman, che salterà il ritorno perché precedentemente diffidato. Per il rush finale, Inzaghi sfrutta le ultime due sostituzioni mandando in campo Marko Arnautovic e Hakan Calhanoglu per Lautaro Martinez e Asllani. Un quarto d'ora circa in cui non succede più nulla di rilevante. Zero a due nella vasca, tra sei giorni si riparte da questo punteggio nella bolgia di San Siro. 

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Sezione: Focus / Data: Mer 05 marzo 2025 alle 20:39
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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