Federico Dimarco è il protagonista di My Skills, su Dazn, intervistato da Valon Behrami. Durante l'incontro con l'ex centrocampista svizzero, Dimarco ha parlato della sua tecnica di calcio. Questi i temi trattati.

Il modo di calciare.
"Uso il collo interno del piede sinistro, è la parte del piede che mi consente di dare la giusta forza per cercare di mettere l'attaccante in condizione di far gol. Un giocatore che ho sempre guardato per tecnica di calcio è Kolarov, mi è sempre piaciuto il suo modo di calciare. Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui per un anno e un po' di cose le ho imparate". 

La candidatura al Team of the year di FC25.
"E' molto bello, ma è un traguardo che non deriva solo dalle prestazioni personali. Il mio gioco si basa molto su come gioca la squadra. Lo prendo come un merito di squadra. Se sono o no uno dei mgiliori al mondo nel ruolo lo lascio dire agli altri. Ci sono tanti terzini fortissimi al mondo. Mi piace anche vedere come giocano gli altri perché puoi sempre imparare qualcosa di nuovo. 

Inzaghi.
"La prima parola che mi viene in mente su di lui è sottovalutato, perché parliamo di un allenatore che negli ultimi anni ha vinto tantissimo e all'esterno veniva messo subito in discussione per una minima sconfitta. Non ha mai mosso un ciglio, è sempre stato al suo posto e penso che questo sia un grosso valore che ha. Merita tanto perché non so in quanti avrebbero reagito come lui. Una sua card? Stile 75, lo vedo sempre in tuta... Riti scaramantici? 85. Ironia? 99. Ha tanta ironia, anche nei momenti in cui siamo in difficoltà tira fuori una battuta dal nulla. Corde vocali? Basse, diciamo 30. Cartellini gialli? A volte ha anche ragione, quante volte abbiamo visto un giocatore che prende una doppia ammonizione in pochi minuti. Comunque direi 40. Memoria? Sforiamo i 100, si ricorda tutto, anche chi ha giocato in Prima Categoria. E' maniacale".

Il primo controllo.
"Mi è sempre piaciuto vedere chi salta l'uomo col primo controllo. Nelle mie caratteristiche non ho il dribbling quindi preferisco saltare l'uomo con un primo controllo o con un uno-due. Ne parola anche coi compagni: mi diverte controllare il pallone di prima sulla corsa, mi piace. Nel nostro calcio sono fondamentali i tempi di gioco: siamo sempre in movimento. È molto, molto divertente il nostro gioco. Penso che si veda anche da fuori quanto ci divertiamo, che stiamo bene tra di noi, in campo lo facciamo vedere. Magari a volte il difensore anticipa pensando che vado sul sinistro, allora vado sull'interno cercando il dialogo col compagno. Quando rubi il tempo al difensore un minimo di vantaggio ce l'hai".

Essere tifoso.
"Da quando sono tornato dopo l'esperienza al Verona ho lavorato molto sull'essere giocatore dell'Inter ma anche tifoso. Il primo anno un po' ho sofferto questo aspetto, il dover dimostrare quel qualcosa in più che al tifoso avrebbe fatto piacere. Ho capito che dovevo semplicemente essere me stesso, essere tranquillo. Canto anche io e ascolto il coro dei tifosi, quel "te l'ho promesso da bambino". È un coro bellissimo, a cui sono legato perché è la verità: io da bambino mi ero promesso di giocare nell'Inter e ci sono riuscito".

Il 22 maggio 2010.
"Ero a un torneo con l'Inter, forse a Rimini. Se per me la Champions è un obiettivo non lo dico (ride, ndr). Non ho ancora pensato a cosa sarei disposto per la Champions...".

Bastoni.
"Siamo stati insieme un anno a Parma e poi ci siamo trovati all'Inter con Conte. Lui ha avuto la forza e l'opportunità di giocare da subito, con merito perché parliamo di uno dei difensori più forti in circolazione. Abbiamo sempre riso e scherzato e ora riusciamo a farlo anche in campo".

Barella.
"Lo conosco da molto prima, abbiamo fatto l'Under 15 insieme. Era a Cagliari, io all'Inter. Ci siamo sempre sentiti, ora giochiamo insieme nell'Inter ed è bellissimo".

Lautaro.
"Parliamo di un attaccante fortissimo. Deve capire che anche se ha dei momenti no, rimane sempre un giocatore forte. Non si deve intestardire, sa che alle spalle ha una squadra che lo sostiene sempre. È un giocatore che ha preso ancor più responsabilità da quando è diventato capitano e questo è stato un bene sia per lui sia per noi".

Le punizioni.
"Io e Calhanoglu siamo d'accordo: da sinistra le calcia lui, da destra le calcio io. Non abbiamo neanche bisogno di parlarci, io cerco sempre di dargli una mano, ad esempio nel posizionamento della barriera. Siamo sempre in sintonia. Sfortunatamente però ne stanno capitando tante nella parte sinistra (ride)".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 13 gennaio 2025 alle 10:48
Autore: FcInterNews Redazione
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