In questo sabato di Serie A scenderanno in campo Inter e Juventus, chiamate a rispondere alla vittoria centrata ieri dal Milan. Luigi Garlando analizza il momento delle due squadre sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, soffermandosi sui nerazzurri: "A differenza di Motta, Inzaghi non deve cucire un vestito nuovo per l'Inter. Quello che ha messo addosso ai suoi ragazzi è perfetto, certificato da uno scudetto e da una finale di Champions. Il problema è che, forse, si sono stufati di indossarlo", scrive il giornalista.

"La seconda stella è stata un'impresa etica prima che tecnica, una cavalcata senza pause, con la massima applicazione anche nei contesti di provincia meno eccitanti - prosegue Garlando -. Due gol e due punti concessi al Genoa al debutto, due approcci svogliati a Monza e nel derby hanno segnalato qualcosa di interrotto nell'anima della squadra. La stanchezza spiega la forbice spalancata tra la prestazione contro il City e quella contro il Milan. Se, pur restando la squadra più fisicata, l'Inter comincia a prendere gol da fermo che prima non prendeva; se va in svantaggio come prima difficilmente accadeva, perché sbranava la partita al primo morso, significa che attenzione e concentrazione sono in riserva. Inzaghi non è Conte e neppure Gattuso, sarebbe poco credibile come sergente di ferro da sfuriate. In tre anni, la squadra lo ha sempre seguito, anche nella primavera nera del 2023, quando sembrava appeso a un filo. Ora, per evocare il furore perduto, dovrà provvedere in altro modo. Per esempio, smanettando il turnover che non ha mai amato".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 28 settembre 2024 alle 09:11
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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