"Abbiamo un debole per i calciatori stranieri che, spesso, costano meno e suonano esotici alle orecchie dei tifosi. Poi ci lamentiamo perché soffocano i nostri giovani e i c.t. smoccolano perché la quota degli azzurrabili si riduce come un ghiacciaio alpino. Ma in panchina allarghiamo i gomiti, guai a chi sorpassa". Luigi Garlando, sulla Gazzetta dello Sport, sottolinea il primato dei tecnici di casa nostra. La Serie A 2024/25, infatti, è partita con tre soli allenatori stranieri in panchina: Fabregas (Como), Fonseca (Milan), Runjaic (Udinese), considerando Thiago Motta (Juve) italiano, in quanto ex azzurro.

"Tra i 5 campionati top europei non ce n’è uno così autoctono: 17 mister nostrani su 20. Proporzione quasi capovolta in Premier League: 3 tecnici di casa su 18. La Spagna è la lega più vicina a noi: 15 allenatori del luogo e 5 arrivati dall’esterno. La Bundesliga ha democraticamente spaccato in due la quota tecnica: 9 panchine ai tedeschi, 9 agli stranieri. La Ligue1, pur con tutto l’orgoglio patrio caro ai francesi, ha assegnato 8 panchine a tecnici in trasferta di lavoro - si legge -. Il dato riconosce l’eccellenza di una scuola tattica che ci è sempre stata riconosciuta. Nel bicchiere mezzo pieno c’è l’orgoglio della nostra premiata bottega tattica. Ma accanto a questo orgoglio di competenze, riconosciamo un fastidioso sospetto che rappresenta la metà vuota del bicchiere: ci siamo chiusi nel nostro cortile e giochiamo tra noi perché il pallone è nostro. Quanto si può crescere in un cortile chiuso? Se l’Inghilterra, che non alza un trofeo dal ’66, è arrivata giocarsi due finali europee, è perché la Premier ha rinunciato al poco splendido isolamento tattico e ha accolto maestri dal continente".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 23 agosto 2024 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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