Lunga intervista della Gazzetta dello Sport a Fabio Galante, ex difensore anche dell'Inter.

Il miglior Galante dove lo abbiamo visto?
"In tutte le squadre in cui ho giocato. Ovunque ho dato il meglio in base alle situazioni. Sono ancora il più pagato della C: ero all’Empoli e il Genoa mi comprò per 3 miliardi. Poi al Genoa ho vinto l’Europeo Under 21 e sono stato venduto a 9 miliardi più Centofanti all’Inter. Lì ho giocato con i più grandi e ho vinto in Europa. A Torino si sentiva la Storia addosso, a Livorno una seconda giovinezza. Ovunque mi hanno apprezzato. Ancora oggi me lo fanno notare e ne vado fiero pur non essendo stato un Cannavaro o un Maldini".

Punti di riferimento?
"Signorini, Tacconi e Ruotolo al Genoa, mentre all’Inter Bergomi mi aveva preso sotto la sua ala protettiva. Ed è questo che auguro ai giovani: avere accanto in squadra un profilo così che ti aiuti a crescere in tutti i sensi".

Ha avuto la sfortuna di imbattersi in una generazione di difensori fortissima.
"A Coverciano, durante un corso, mi hanno preso come esempio: “Galante: grande difensore ma pensate che sfiga a giocare quando in Italia avevamo sia i difensori sia gli attaccanti più forti del mondo”. Batistuta, Crespo, Sheva, Vieri, Inzaghi, Lucarelli, Toni, Signori, Mancini, Vialli, Ronaldinho, Zidane, Totti, Del Piero. Dal ’90 al 2010 ho vissuto un’epoca in cui si giocava contro questi signori qui".

L’attaccante più forte con cui ha giocato?
"Ronaldo il Fenomeno. Non si poteva chiedere di più. Faceva cose incredibili. In allenamento non si ammazzava di lavoro, il vero Ronaldo si ammirava in partita, quando ti faceva vincere da solo le gare. Ancora ci sentiamo. E ci ho giocato anche contro in un Livorno-Milan: io festeggiavo 300 partite in A, lui si fece male al ginocchio. Il suo secondo brutto infortunio".

Una foto: lei, Ronaldo e la Coppa Uefa.
"Ricordo tutto di quella partita, vissuta al cento per cento anche per Simoni. Quell’anno dopo Juve-Inter e l’episodio del rigore di Iuliano su Ronaldo che non fu concesso, volevamo assolutamente vincere la Coppa. Io ero in panchina ma la gioia di quel trofeo è intatta. Abbiamo ancora un gruppo WhatsApp della Coppa Uefa".

Sezione: Copertina / Data: Mer 12 febbraio 2025 alle 11:16 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print