Piero Ausilio è il protagonista dell'intervista esclusiva a Sky Sport tra passato, presente e futuro del mercato nerazzurro. Ecco i temi principali affrontati dal direttore sportivo dell'Inter nella chiacchierata con Gianluca Di Marzio, aggiornati estratto dopo estratto dalla nostra redazione.
SUL RITORNO DI MOURINHO - "Non è un'ombra, e non mi sorprende che se ne parli di questi tempi dove tutto è mediatico e dove tutti hanno bisogno di dire qualcosa. Noi lavoriamo in maniera più razionale, ci facciamo prendere poco dall'emotività. Il nostro progetto è da un anno e mezzo con Spalletti e andrà avanti con lui per tanti anni".
SUGLI OBIETTIVI DI SUNING - "Suning è ambiziosa, vuole un Inter che torni a vincere, non che si accontenti di essere seconda, terza o quarta. Quello che possiamo dire alla nostra gente è che stiamo lavorando duramente per far tornare l'Inter il più presto possibile a vincere".
SUL SOGNO MODRIC - "Durante la trattativa Vrsaljko, gli agenti - lo sa anche il Real - ci buttarono lì questa idea che mi lasciò sorpreso. Mi sembrava strano che una società come il Real potesse privarsi di un calciatore del valore di Modric dopo Ronaldo. Non ci credevo fino in fondo, ma al tempo stesso non vedo perché non sognare. Mi limitai a dire: 'Noi siamo qui, se il Real Madrid pensa si possa realizzare possiamo parlarne'. Ma sapendo le nostre possibilità, non ce la sentivamo di iniziare una trattativa. Loro, gli agenti, parlavano di un liberarsi quasi gratis, noi non abbiamo mai avanzato una proposta né a lui né al giocatore. Se può tornare come idea? Parliamo di calciatori talmente importanti e di qualità, nel calcio non puoi dire mai a niente".
SUL PASSAGGIO DA GIOCATORE A DIRIGENTE - "Ho smesso da giovane, mi sono fatto male a un ginocchio a 16 anni alla Pro Sesto. Quando arrivò il momento mi arrivò una chiamata per fare l'allenatore e rifiutai la proposta da dirigente, poi dopo tre giorni a casa è partito il percorso da dirigente. Ci tenevo a raccontare questo episodio. Mio figlio ds? Sì, lo sanno anche i procuratori. Mi ha fatto la testa così su Kluivert, non l'ho preso perché è stato più bravo Monchi, in quel momento ho pensato che non avrebbe avuto quello spazio all'Inter. Quello che piace a mio figlio è vedere le partite. Due dei giocatori di cui mi ha parlato li ho in testa, ma è meglio non fare nomi".
SULLE CESSIONI PER IL FFP - "Oggi non baratterei il fatto di avere uno o due giocatori in più in cambio dei titoli che hanno portato, magari anche attraverso il sacrificio di questi ragazzi, all'Inter. Su tutti penso a Bonucci: è stato sacrificato in un'operazione con il Genoa nell'estate 2009 che ha portato all'Inter Milito e Thiago Motta. E sappiamo cosa ha poi vinto l'Inter grazie a questi due giocatori. Mi auguro che tra qualche anno parleremo di Zaniolo come ho parlato prima di Bonucci: per prendere Nainggolan e vincere abbiamo dovuto sacrificare un ragazzo sicuramente di prospettiva".
DELUSIONI SUL MERCATO - "Coutinho, in assoluto. Sarò sincero, in quel caso non è stato tanto un discorso economico. Infatti, appena venduto lui, acquistammo Kovacic ed Icardi. Sia io che Branca e tutta l'area tecnica dell'Inter avremmo tenuto il brasiliano per 20 anni, ma c'era un dato di fatto legato ai numeri: non giocava. E il calciatore ogni sei mesi veniva a dire che, giustamente, se ne voleva andare perché voleva giocare".
SU DYBALA-INTER NEL 2015 - "Venne organizzato un incontro tra il presidente e Zamparini, il numero uno rosanero lo può confermare. Io sono convinto che se in quell'occasione l'Inter avesse avuto la possibilità di fare un rilancio economico di un certo tipo, e magari più voglia e determinazione nello spendere qualcosa in più, probabilmente Dybala sarebbe diventato un giocatore dell'Inter. L'offerta era decisamente inferiore rispetto a quella che poi fece la Juventus, che inoltre offriva al ragazzo la possibilità di giocare la Champions League. Però la coppia Icardi-Dybala era intrigante per tutti, anche per il calciatore".
SU KOVACIC - "Kovacic è uno di quei talenti del calcio di cui non puoi non innamorarti: non puoi non pensare bene di un ragazzo come lui. C'è stato il pensiero, ma mai nulla di concreto perché non c'erano le condizioni. Io non ho mai avanzato una richiesta formale al Real Madrid, anche se mi sarebbe piaciuto poterlo fare. Ma non è escluso che in futuro ci possa ancora essere il piacere di lavorare con un calciatore così".
MERCATO FUTURO - "Dovrà tenere conto del Fair Play Finanziario ma non avrà più il problema del settlement agreement, quindi non ci aspettiamo acquisti stellari. Sarà un mercato fatto puntando sui giocatori di qualità che possono migliorare l'Inter, ma anche puntando in qualche modo a fare cassa. Non si può pensare solo a comprare, bisognerà anche vendere".
TRA SABATINI E MAROTTA - "Non mi dà fastidio a livello di lavoro perché in realtà non è mai cambiato nulla per me. E anche adesso, dopo i primi confronti con Beppe c'è stima reciproca e comunque lui è l'a.d.. L'unica cosa è che, a differenza degli altri nel passato, lui ha una conoscenza diversa dell'area sportiva e io cercherò di beneficiare di questo".
SUI RAPPORTI CON LA CINA - "I primi tre, quattro mesi sono stati un po' difficili perché era tutto nuovo, per noi ma anche per loro. Non entro nei dettagli, ma loro hanno la grandissima capacità di assorbire le cose e di apprendere velocemente. In tre, quattro mesi era cambiato tutto. Fortunatamente ad ottobre mi sono ritrovato ad avere un presidente come Steven Zhang, da subito operativo a Milano, decisionista e che ha fatto da cuscinetto tra noi e la proprietà in Cina, che di fatto era lontana in tante cose (a partire dal fuso orario per fare un esempio) ma che invece lontana non è mai stata se si parla di sostegno e supporto. Mandare Steven Zhang a Milano con noi per vivere la nostra quotidianità è stata una scelta che in pochissimi mesi ha portato l'Inter ad essere strutturata come è oggi. Suning è una realtà ambiziosa e vuole un Inter che torni a vincere, non si accontenta di arrivare seconda o terza o quarta. Però per arrivare a vincere e soprattutto durare nel tempo devi creare delle basi, delle fondamenta. Non puoi pensare di essere una grande squadra soltanto perché vai sul mercato e compri i migliori calciatori".
SUI COLPI ALLA CR7 - "Bisogna essere onesti: noi non saremmo stati pronti per Cristiano Ronaldo. Non è che dico no, io vorrei lui e Messi, vorrei avere tutti i migliori calciatori del mondo. Ma ci sono momenti in cui te lo puoi permettere e altri momenti in cui, in modo sincero, devi dire semplicemente di no. Al di là che non ci sia stato proposto, l'Inter non avrebbe potuto sostenere quel tipo di operazione, neppure i 100 milioni e quello che poi è lo stipendio del calciatore. Bisogna essere molto onesti con le persone e dire quello che si può fare. Quello che oggi possiamo dire ai nostri tifosi è che stiamo lavorando duramente per far tornare l'Inter a vincere, il più presto possibile".
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Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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