"No, grazie". Con la solita educazione che lo caratterizza, Simone Inzaghi ha declinato un recente approccio da parte del Manchester United, arrivato attraverso un intermediario. L'idea, secondo quanto emerso, era convincere il tecnico piacentino ad accettare la sfida Red Devils già a settembre, con Erik ten Hag sempre in evidente bilico sulla propria panchina. Un semplice contatto, ma nulla di clamoroso perché l'ipotesi così com'è nata è decaduta sul nascere anche perché sarebbe stato folle cambiare club a inizio stagione. Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire.

Nulla a che vedere con il pressing sull'allenatore nel periodo maggio-giugno scorso, quando il diretto interessato era a colloquio con l'Inter per il rinnovo del contratto. Qualche mese fa non sono mancate le concrete manifestazioni di interesse nei suoi confronti, una araba e due da top club inglesi. Nello specifico, a bussare alla porta di Inzaghi è stato prima il Liverpool, che lo aveva inserito nella ristretta cerchia dei candidati alla successione di Jurgen Klopp prima che la decisione finale premiasse Arne Slot. In seconda battuta, il Chelsea lo aveva preso in seria considerazione una volta convinto di separarsi da Mauricio Pochettino, prima di affidare l'incarico a Enzo Maresca, a conferma del fascino che la scuola di allenatori italiana esercita nei Blues. Infine la pista araba, un club della galassia PIF pronto a fargli i ponti d'oro per accettare di trasferirsi nella Saudi Pro League.

Approcci mai approfonditi del tecnico nerazzurro, che non ha mai valutato alternative alla permanenza a Milano e ha spinto per il rinnovo, ottenuto anche a cifre importanti (con i bonus si arriva a uno stipendio persino superiore rispetto alla richiesta iniziale). Fosse stato per lui avrebbe firmato fino al 2027, ma alla fine l'accordo è stato fino al 2026 con opzione di un anno extra in mano alla società. Poco male, Inzaghi è sempre stato abituato a guadagnarsi la fiducia sul campo e lo farà anche in questi anni.

Tornando alla telefonata del Manchester United, non avrebbe avuto alcun senso per lui lasciare un ambiente in cui si trova bene, ha vinto tanto, ha la possibilità di continuare a vincere (diventando il tecnico con più trofei nella storia nerazzurra) ed è molto apprezzato, per tentare un salto nel buio dove rischierebbe di trovarsi nel caos. Per questo non ha sentito neanche il bisogno di approfondire questo interesse. Oggi nella testa di Inzaghi ci sono solo l'Inter e la volontà di continuare a conquistare trofei in Italia, puntando a fare bene in Champions League. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 08 ottobre 2024 alle 15:30
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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