Come identificare il 2022 dell’Inter di Simone Inzaghi? Di sicuro, quella vissuta dalla squadra nerazzurra è stata un’annata particolare, per certi versi enigmatica, dove anche la valutazione dei risultati ottenuti presta il fianco ad una certa ambiguità. Bicchiere mezzo pieno per i due trofei comunque alzati al cielo, specie se entrambi sotto gli occhi dell’eterna rivale Juventus e spesso e volentieri decantati da tecnico e dirigenti nei propri bilanci stagionali, o per il ritorno nella Top 16 della Champions League? Oppure bicchiere mezzo vuoto, se non addirittura di più, per uno Scudetto che a un certo punto sembrava addirittura a portata di mano e invece è volato via per poggiarsi sul petto degli altri eterni rivali, quelli del Milan? E in merito a questa prima parte del campionato 2022-2023, come ponderare il proprio giudizio: pesa di più il difficoltoso cammino in campionato o l’ottimo girone di Champions League, che qualcuno chissà per quale banale preconcetto si è azzardato a definire in maniera alquanto fuori luogo ‘altalenante’? In questa analisi, evidenzieremo alcune date che rappresentano dei passaggi cruciali, nel bene e nel male, di questo anno nerazzurro, senza la pretesa di dare giudizi sommari ma cercando di dare una chiave di lettura del 2023.
5 FEBBRAIO – C’era una volta la crisi di Natale, quel momento in cui arrivava a ridosso delle festività di fine anno una sconfitta pesante, a volte clamorosa negli sviluppi, che mandava in corto circuito prolungato tutto il gruppo nerazzurro. Quest’anno, sembrava tutto solo un lontano ricordo: la vittoria con la Lazio nel primo match e soprattutto la vittoria in Supercoppa con la pugnalata letale di Alexis Sanchez al 120esimo ai danni di Mattia Perin sembravano la prosecuzione ideale di un dicembre perfetto, fatto di sole vittorie e che valso a Simone Inzaghi il premio di miglior allenatore del mese. Invece, qualcosa comincia a incepparsi nel meccanismo: qualche segnale arriva dal pareggio contro l’Atalanta e dalla faticaccia compiuta in Coppa Italia contro l’Empoli, con la clamorosa eliminazione scongiurata dalla rovesciata di Andrea Ranocchia prima del gol vittoria di Stefano Sensi nei supplementari. Si suda a prendere i tre punti anche col Venezia quando è Edin Dzeko a trovare il colpo vincente al 90esimo, l’impegno che precede la prima, negativa svolta dell’annata. ‘Si è girato Olivier Giroud’, come da frase diventata ormai un mantra per i tifosi del Milan, che grazie al doppio gancio al mento rifilato in pochi minuti dal francese a Samir Handanovic stende un’Inter che fino a quel momento aveva controllato anche in scioltezza la partita. Sono bastati due minuti per cambiare tutto, risultato e soprattutto morale delle due squadre.
3 APRILE – Mentre infatti il Milan trova l’innesco per scatenare la rimonta al vertice, l’Inter non ne indovina praticamente più una. Forse la botta della stracittadina persa è stata troppo forte, forse si è giocato fin troppo sulla querelle legata al recupero della partita contro il Bologna prevista per il 6 gennaio e per la quale si è dovuto aspettare tre mesi, tra una diatriba e un’altra, rimane il fatto che, a parte l’unico lampo contro la Roma in Coppa Italia, la vittoria per un po’ rimane merce rara. Un buon pareggio col Napoli prima del disastro interno contro il Sassuolo e del ko in Champions contro il Liverpool, poi pari senza reti contro il Genoa che nelle prime partite con Alexander Blessin allenatore si divertiva a bloccare tutti sullo 0-0, e col Milan in una semifinale di Coppa Italia alquanto priva di qualsivoglia sapore. La goleada con la Salernitana e la mezza rimonta di Anfield valgono come piccoli segnali di vitalità sopiti dal doppio pari con Torino e Fiorentina. Sembra una strada senza uscita, e invece la luce arriva quando meno te lo aspetti, nel modo in cui meno te lo aspetti: mostrando il suo volto brutto, sporco e cattivo, l’Inter gioca una gara di accortezza e speculativa in casa della lanciatissima Juventus di Massimiliano Allegri, capitalizzando al meglio il (doppio) rigore di Hakan Calhanoglu e spezzando definitivamente i sogni bianconeri di clamorosa rimonta, al tempo stesso dando un segnale forte in prospettiva volata finale: il Milan, nel frattempo, è andato avanti in classifica ma l’Inter, l’osso, non lo vuole mollare.
27 APRILE – È uno splendido lampo di inizio primavera, che sembra quello dello slancio definitivo. L’Inter regola a proprio piacimento il Verona, lo Spezia e soprattutto la Roma di José Mourinho, tornato a San Siro da avversario della squadra con la quale fece la grande impresa del 2010 e che ha rimediato una vera e propria lezione di calcio dai nerazzurri. Sembra tutto apparecchiato per il ritorno al vertice, da consumare nel fatidico recupero del Dall’Ara contro un Bologna senza troppe pretese ma che a gennaio avrebbe giocato con ben altra rosa a disposizione e probabilmente contro un’Inter in uno stato di forma ben diverso. Ivan Perisic segna subito e sembra indirizzare tutto nel modo giusto, poi però Marko Arnautovic svetta su Federico Dimarco e a pochi istanti dal novantesimo Ionut Radu svirgola…
11 MAGGIO – Non basta vincere tutte le restanti gare da qui in avanti, perché il Milan non perde un colpo e alla fine taglia il traguardo con le braccia al cielo, lasciando all’Inter gli sguardi di rammarico e le lacrime nel raccogliere l’abbraccio dei tifosi al termine dell’ultima partita contro la Sampdoria. In mezzo, però, arriva la seconda soddisfazione stagionale: altalena di emozioni all’Olimpico, dove l’Inter passa in vantaggio, viene rimontata, ribalta a sua volta la situazione e grazie alla doppietta di Ivan Perisic porta a casa la sua ottava Coppa Italia, lasciando la Juventus a ‘zeru tituli’ dopo dieci anni. E strappa la possibilità di prendersi la rivincita sul Milan nell’appendice della Supercoppa di metà gennaio a Riyad.
3 SETTEMBRE – Inizia la nuova stagione, stagione anomala per il Mondiale in Qatar che la interromperà a metà, per il quale servirà una preparazione particolare. L’Inter ci arriva affrontando, contemporaneamente alle prime giornate, anche le traversie di un mercato partito bene e finito in modo travagliato, e soprattutto lasciando qualche interrogativo sul modo in cui si è approntata questa fase di campionato. I risultati sono alterni, le prestazioni non convincono; soprattutto, dopo la sconfitta con la Lazio, primo campanello d’allarme, va ko quel Romelu Lukaku perno designato delle strategie di Inzaghi. Arriva il momento di affrontare nuovamente il Milan e ancora una volta sono i rossoneri ad avere la meglio rimontando con tre gol l’iniziale svantaggio di Marcelo Brozovic; non basta l’assalto finale per rimettere in carreggiata la situazione. La macchina comincia a sbandare, si cade in Champions col Bayern e dopo il successo all’ultimo tuffo col Torino i ko contro Udinese e Roma complicano ulteriormente le cose.
12 OTTOBRE – Hakan Calhanoglu: quando c’è da chiedere una svolta alla stagione, bisogna suonare il citofono del centrocampista turco. Lui ha risolto la gara con la Juve e lui risolve quella col Barcellona, che in caso di sconfitta poteva sancire le sfumature più nere della crisi. Ma ancora più importante del successo di San Siro è quanto accade sette giorni dopo al Camp Nou, con in mezzo la vittoria contro il Sassuolo: si pensava che, dopo l’ennesima vigilia infiammata dalle recriminazioni blaugrana per la direzione arbitrale di Slavko Vincic, i nerazzurri avrebbero dovuto affrontare l’inferno in casa catalana. Accade il contrario: è l’Inter che fa vivere momenti di inferno alla squadra di Xavi, che solo grazie alla rabbia realizzativa di Robert Lewandowski evita una sconfitta nei numeri, ma non nel morale già ferito dei Culé che salutano praticamente lì la Champions League. E se Kristjan Asllani non si fosse fatto ingolosire davanti a Marc-André ter Stegen… Comunque, da quella serata epica l’Inter ritrova gioco, risultati e morale: a parte gli inciampi, di peso specifico differente, con Juve e Bayern Monaco, la squadra si risolleva e chiude l’anno con la sospirata vittoria contro una big, in casa dell’Atalanta.
4 GENNAIO 2023 – Esatto, la data di Inter-Napoli. Perché alla ripresa del campionato arriverà la grande sfida, quella contro la lanciatissima capolista di Luciano Spalletti. Restart di Serie A col botto, da dove passerà gran parte del futuro stagionale della squadra nerazzurra. Vietato sbagliare, anche rimanere col distacco attuale in classifica non sarebbe propriamente il massimo. Il 2022 è andato in archivio tra tanti alti e bassi, un trend da scongiurare per l’anno nuovo. Alla faccia anche del Dna del club.
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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