"Herrera, Mancini, Mourinho, Conte: l’Inter vince, se guidata da allenatori feroci e pragmatici. Parla la storia". A dirlo è Corrado Orrico, uno dei tanti tecnici usciti con le ossa rotte dalla centrifuga nerazzurra, nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Una chiacchierata in cui, tra amarcord vari, il discorso si sposta inevitabilmente sulla posizione di Simone Inzaghi, più che mai instabile dopo la decima sconfitta in campionato dei nerazzurri: "E' un mite, un galantuomo, non ce lo vedo a ribaltare i tavoli dopo una sconfitta. All’Inter serve concretezza perché è una società onirica, da sempre, dove i drammi sportivi vengono presto riassorbiti, con un senso di fatalismo e superficialità. Un orientamento quasi fantastico di cui m’innamorai, ma non potevo essere corrisposto. Anche Gianni Brera me le fece capire. Infatti mi dimisi. Non riuscii a convertire i calciatori alle mie idee. Con Matthaus, per esempio, parlavamo anche di finanza ma litigavamo spesso: volevo giocasse più avanti perché aveva un tiro poderoso. Niente: restava dietro a ballare tra i difensori. Il mio progetto fallì e la fortuna fu grama: Klinsmann si mangiava gol fatti. Il presidente Pellegrini provò comunque a trattenermi".

Orrico, quindi, rimprovera l'Inter per il percorso stagionale fatto di troppi alti e bassi, difficili da spiegare razionalmente: "Sta facendo un campionato deludente. Solo in situazioni da dentro o fuori, come in Champions, la squadra rende al massimo. E poi certi battibecchi tra calciatori: Barella lo considero il centrocampista italiano più forte ma in campo ha atteggiamenti irrispettosi. Inzaghi non è stato in grado di limitarli. Il suo ex dirigente Tare, un tipo feroce, lo avrebbe aiutato nella gestione dello spogliatoio. E poi Inzaghi non è toscano, normale abbia la stampa contro. Non ha l’astuzia per mettersi al riparo dalle critiche". 

Sezione: News / Data: Mar 04 aprile 2023 alle 14:33
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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