"Sono disgustato dai fischi a Gigio, e adesso mi chiedo perché il Milan non sia intervenuto ufficialmente per prendere le distanze dalla contestazione, per difenderlo in qualche modo, dopo che su un ponte di Milano è comparso quell'ignobile striscione. Vogliamo parlare delle minacce? Ha per caso ammazzato qualcuno? Non mi risulta. La verità è che il Milan non ha saputo o potuto tenerlo, non fa molta differenza... Prova a chiedere a chiunque, se padre, cosa avrebbe consigliato al proprio figlio: restare al Milan o andare al Paris Saint Germain?". Questo lo sfogo di Mino Raiola al Corriere dello Sport dopo l'accoglienza tutt'altro che amorevole ricevuta da Donnarumma da parte dei tifosi milanisti in occasione del ritorno a Milano per le partite con l'Italia. 

Era prevedibile, oltre che ampiamente previsto, purtroppo, e sono risultati inutili i tentativi della stampa di evitare la contestazione sottolineando peraltro che si trattava di una partita della Nazionale. 


"È vergognoso che una parte della tifoseria se la sia presa con un ragazzo che non ha fatto niente di male, la cui colpa sarebbe semplicemente quella di aver esercitato il diritto di libera scelta. Perché altri motivi per fischiarlo non ce ne sono…".

Il tifoso ragiona con se stesso, è guidato da sentimenti che se non si è tifosi possono risultare incomprensibili, se non addirittura assurdi. 
"È molto strano che quel gruppo di tifosi se la prenda solo con lui, perché quando un giocatore compie queste scelte la responsabilità non è solo di una parte, ma anche dell’altra".

Cosa intendi dire? 
"Quello che ho detto: trovo altrettanto strano e molto deludente che il Milan, che conosce la verità, non abbia preso le distanze da questo inaccettabile e ingiusto comportamento. Lasciami dire che è un episodio che non ci ha fatto fare una bella figura davanti al mondo. Hai notato il gesto di Busquets? Lui ha capito la situazione, il momento, quello che stava passando Gigio. L’ho molto apprezzato". 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 08 ottobre 2021 alle 09:52
Autore: Alessandro Cavasinni
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