Cari amici neroazzurri, la necessità di scrivere questa lettera, è subentrata quasi come il mio impellente bisogno di giustizia, quella Vera.
Ci troviamo in un clima surreale, degno dei migliori hitchcock, un macabro e fosco clima dal quale spero e credo, grazie alla forza dell’onestà e della ragione, riusciremo al più presto ad uscire.
Credevamo che lo scenario dell’estate 2006 rappresentasse il momento più basso, indegno e inglorioso del nostro calcio, ma invece, come si suol dire, le sorprese non vengono mai da sole, proprio così, perché il ‘giovin signore’ , nel tentativo di mascherare i fallimenti societari e di riabilitare la propria figura davanti a una tifoseria oramai svuotata di ogni amore calcistico, ha riacceso il clima, più che mai, inoltrandoci con quel suo tanto atteso quanto ridicolo esposto nel peggiore dei gironi infernali.
Si è parlato continuamente di macchina del fango e di illazioni, ma a quanto pare, coloro i quali si identificavano come vittime, hanno fatto ben presto a imparare come impiegare questi mezzi per divenire ‘carnefici’.
Ridicole sono le richieste di coloro che chiedono pari trattamento, se non fosse che alla base del nostro principio giuridico ‘la legge è uguale per tutti’, vi è proprio l’assunto che, reati uguali necessitano di pari pena, così come reati differenti, qualora dovessero esistere, necessitano di diverse sanzioni, e allora come paragone Facchetti a Moggi?!. Io mi chiedo ma si può davvero chiedere la ‘pubblica diffamazione’ senza diritto di replica di un uomo che in anni e anni di sport ha sempre dimostrato il suo legame ai valori umani, ancor prima che sportivi, che dovrebbero essere alla base dello sport?!
E’ davvero patetico chiedere processi, rinunce di prescrizione, revoche e via dicendo, senza consentire, a quello che, almeno in linea di principio dovrebbe essere l’imputato, di potersi difendere; sarebbe come processare il nulla. Sorge spontaneo il quesito, come mai attendere così tanto per mettere in ballo Facchetti?!, forse perché attaccare la sua grandezza umana quando era vivo, era troppo difficile per tutti questi ‘microscopici signori’ (qualcuno da definire ‘giovin signore’) ?!
Il mio auspicio è quello di vedere in un futuro, chissà quanto lontano, una juvenuts lontana da queste ‘corbellerie’ che non fanno altro che deturpare il calcio più di quanto ‘calciopoli’ abbia fatto, e ritrovare, chissà quanto infondo, un briciolo del tanto decantato ‘stile juve’.
Forza Inter, ora più che mai!!!"

Andrea

 

"Apro questo editoriale con le parole di Andrea Agnelli pronunciate il 06/07/11: "Sono emersi comportamenti poco limpidi e quello che chiediamo è solo la parità di trattamento"...
Ora vorrei fare una distinzione tra giustizia sportiva e quella ordinaria, nella giustizia ordinaria come tutti sappiamo, un individuo è innocente fino a prova contraria, ma nella giustizia sportiva “e questo pochi lo sanno” un individuo è colpevole fino a prova contraria (un morto non può provare la sua innocenza).
E ora veniamo al dunque, dalle 72 pagine di motivazioni mandate alla FIGC dal pm palazzi (la P minuscola non è un caso) si evince che c’è il sospetto che la Condotta di Facchetti sia antisportiva e mirata ad avere un vantaggio in classifica, bene a malincuore per la giustizia sportiva basta il semplice sospetto per violare l’ articolo 1 di illecito sportivo, ma perché sospetto?...semplice, perché Facchetti come quasi tutti i presidenti di serie A chiamavano i designatori (non reato fino al 2006) per chiedere semplicemente di avere gli arbitri migliori, e chi non li vorrebbe? Quando dico “quasi tutti” lo dico perché nelle 72 pagine di palazzi escono i nomi di dirigenti e presidenti di qualsiasi società (se ne salvano giusto 4/5). Si nota come la serie A si divideva in 4 gironi, primo girone “i criminali” ne faceva parte solo la Juve, secondo girone “i furbi” ne facevano parte Lazio, Reggina, Fiorentina (esse chiedevano aiuto ai criminali) e Milan, che provava a farsi largo per vie proprie chiamando direttamente i guardaline (questo si proibito), terzo girone “i contestatori” ne facenvano parte quasi tutte le società compresa l’Inter, coloro chiamavano i designatori per chiedere rispetto e per provare indignazione verso determinati arbitraggi, e infine l’ ultimo girone “i benestanti” le poche società che non avevano ne voglia ne la forza di provare a reagire al sistema.
Tutto questo viene fuori dalle conclusioni di palazzi, allora ora qualcuno mi deve spiegare dato che l’Inter ha violato l’ articolo 1 come tutte le altre società solo per aver chiamato per chiedere rispetto, perché non si invalidano i 20 campionati precedenti? Non credo che tutte le società hanno incominciato a chiamare solo dal 2004.
La Russa “ministro della difesa” a colloquio con Facchetti ha ricordato come quest’ ultimo gli confido tali parole: “c’è qualcuno o qualcosa che non ci vuole far vincere”…come è possibile pensare che Giacinto faccia parte del sistema?!...anche quando bergamo e la fanzi al telefono intercettati, si prendono gioco di lui dandogli dello stupido e poco intelligente, ammettendo in oltre che quando c’è in campo la squadra di Torino (Juventus) nessuno avrebbe riscosso niente nemmeno il Milan, bergamo:” "Sì, ma con loro non incassa mai nessuno...con loro, con Torino, non incassa mai niente nessuno...è questa poi la logica del discorso"
La mia considerazione personale è questa: “opporsi a un sistema che ti vuole far fuori, non è commettere un illecito ma è una pura e semplice legittima difesa, e ditemi chi non farebbe di tutto per sopravvivere, anche alzare il telefono e pretendere rispetto!!!”
Volevo ricordarvi che a pagina 3-4 delle motivazioni di palazzi c’è scritto che, il consiglio federale non ha il potere di revoca dello scudetto (ha solo quello di assegnazione) e che un tale provvedimento sarebbe illegittimo.
Chiudo riprendendo le parole del giovin signore: "Sono emersi comportamenti poco limpidi e quello che chiediamo è solo la parità di trattamento"...già era proprio quello che chiedeva il nostro Giacinto".

Mattia

 

"Non c’è niente da fare, dobbiamo rassegnarci o indossare l’elmetto tutta la vita: questo non è un Paese per onesti! È la storia che c’è lo dice, è il quotidiano che c’è lo conferma. In queste ore dove la macchina del fango dei corrotti si è accesa e spara alla massima velocità contro l’Inter ed i suoi simboli belli, viene naturale l’accostamento a uomini e donne, di questo nostro tempo, perbene eppure esposti al pubblico ludibrio.
È un lavoro lento, tenace, con un dispiego di uomini e mezzi economici notevole, ma che porterà alla restaurazione. Sì, la restaurazione del malaffare: con altri protagonisti ma con il ripristino di regole illecite per far guadagnare chi ha già, chi vuole di più.
Le torbide vicende del mondo del calcio non sono meno importanti perché rappresentano solo un diverso ambito dello stesso modus operandi: c’erano dei potentati (cupola mafiosa sportiva, l’hanno definita pochi eroi: ci sarà fango anche per loro e smetteranno di usare certi termini…) ed un vaso che è tracimato. Hanno salvato il salvabile, ora si stanno ‘allargando’ osando ciò che non era neanche pensabile cinque anni fa.
Per chi avesse poca memoria (altro problema che affligge lo stivale), in sede processuale - quindi non in un barsport, non nel circolo del biliardo, non in una pausa della riunione condominiale -, l’avvocato Zaccone, difensore della Juventus, chiese di patteggiare la pena proponendo la serie B e un certo numero di punti di penalizzazione. Questa è storia, non invettive faziose.
Ma la macchina del fango si era appena accesa ed il colpo subìto era stato da kappao; non in Italia, però: qui c’è sempre una via di fuga, una maniera per riabilitarsi o per trascinare nella melma (diciamo così…) più gente possibile. “Così facevan tutti”, ripetono tronfi gli juventini per le strade in questi giorni: fanno pena! È come se i legali di Totò Riina chiedessero la scarcerazione del loro assistito perché nei supermercati beccano sempre più avventori con pacchetti di gomme da masticare non pagati nella borsetta… Con la differenza che la ‘borsetta’ dell’Inter era pulita!
La parola d’ordine è fango su tutti; quindi anche su Giacinto Facchetti, una bandiera per gli interisti, un simbolo per l’Italia calcistica in tutto il mondo. Non può più dire la sua, Cipe: meglio così, avranno pensato i restauratori del malaffare. Tanto chi s’indigna in questo Paese per aver infangato un morto?
Di mezzo c’è il tifo, la passione, per una squadra di calcio che ci snatura: lo fa non solo sugli spalti dove molti di noi sembrano uomini delle caverne, ma soprattutto svilendo i nostri princìpi di vita, i valori in cui crediamo. È stato scontato, in questi giorni bui per donne e uomini nerazzurri, incontrare persone straordinarie dalla morale cristallina che ripetevano “Hai visto che non eravate onesti? Hai visto che erano tutti uguali?”: hanno solo indossato una maglia di calcio; non hanno – vivaddio – né perso il dono dell’intelletto né rinnegato l’etica. Sembra pazzesco ma è così…
Hanno vita più facile i restauratori dell’illecito quando in ballo ci sono i colori per cui si parteggia. Lo ha spiegato mirabilmente Massimo Gramellini in un suo ‘Buongiorno’ di qualche settimana fa a proposito del calcioscommesse 2011: non è tanto importante che la verità venga a galla, quanto che la squadra per cui tifiamo ne esca senza conseguenze disciplinari. Poco importa che abbia commesso o meno un illecito. La cosa diventa più ‘simpatica’ se ad essere coinvolta è una squadra con cui c’è un’antica rivalità.
C’è stata una frase di Galliani che aveva un’aria inquietante: alla vittoria dello scudetto disse “Abbiamo superato gli scudetti dell’Inter”. Non parla a vanvera zio Fester… Lui ha gli agganci giusti per sapere in anticipo quello che altri sanno un mese dopo. E sinceramente, alla luce del ricorso degli Agnelli (senza un tornaconto per sé, che operazione bieca!), un brivido ha percorso più di qualche schiena.
Si metta l’animo in pace e continui a pensare ai suoi eroi dei fumetti, da mister X (operazione di marketing anni ’80…) a Ganso che sarà un amico di Ciccio, il nipote ‘tuttofare’ di Nonna Papera: lo scudetto rimane all’Inter!
Ma non sarà più come prima: il fango c’è e continuerà ad essere sparso. Sicché agli interisti non resterà che considerare quello, il quattordicesimo, lo scudetto più bello. Per contrastare i restauratori del malaffare, per onorare un mito come Giacinto, per non ammettere con il ‘gesto nobile’ che da più parti ci viene richiesto, quello che non è vero: l’Inter non ha vinto nulla per diciotto anni e quelle benedette telefonate servivano solo a rintuzzare (ora sappiamo in modo anche inutile…) un sistema che ci ha visto comunque perdenti e derisi.
Moratti e tutti gli interisti l’avrebbero restituito subito quello scudetto se solo ci fosse stata l’ombra di un vantaggio: agli altri piaceva gridare ‘Non vincete mai!’; beh è quella la vera, concreta, indiscutibile testimonianza – fornita dagli stessi juventini – che la mafia non si sconfigge con una richiesta di equità: ti ridevano dietro, Giacinto, altro che contrastare quel superpotere.
Andrea Agnelli avrà grosse responsabilità su ciò che sarà il clima dei prossimi campionati: nascere in una famiglia benestante non gli ha dato la dimensione della strada, del vivere quotidiano della gente che sente senza leggere, percepisce senza approfondire. Ovviamente deve ringraziare se rimangono a 27 scudetti, perché io, se avessi un po’ di soldi da buttare (che ne dice, presidente?...), incomincerei a martellare su quelli rubati o dopati dai bianconeri e dovrebbero ringraziare se rimanesse la seconda stella su quelle maglie ‘galeotte’.
Non sarebbe male, dopo aver difeso con i denti ‘lo scudetto più bello’, lasciare tutti questi impostori, revisionisti prezzolati dalla lobby del malaffare, a giocare tra loro, nel ristretto del cortile. Se non è proprio possibile scacciare il marcio che è nel calcio (come nella società) in Italia, beh, chiediamo asilo in Premier League o in Bundesliga: si vincerà e si perderà nella certezza che nessuno in quei Paesi civili verrà a profanare i nostri eroi o ad infangare la nostra memoria".

Mimmo

 

"Gentile Redazione e tutti tifosi della Beneamata!
ma cosa cerca questo "giovin signore", come in molti lo definiscono? Su dei capi d'accusa di un Pm (e non di un giudice) invoca "rispetto"... Rispetto per cosa? Qualcuno ha offeso la sua Juve? Qualcuno gli ha tolto ingiustamente qualcosa? A me pare proprio di no, anzi è stata la Juve della triade a togliere il "rispetto" e la credibilità del calcio italiano. Cosa rivendica Agnelli? Rivuole lo scudetto del 2006? Si è forse dimenticato della cupola, delle sim svizzere, delle griglie pilotate, del modo poco nobile (per usare un eufemismo) con cui Moggi & co osavano parlare di FACCHETTI?
Se un alieno oggi atterrasse sulla terra penserebbe che sia stata l'Inter a tramare, organizzare ua losca rete per truffare tutti, vincere scudetti, coppe, trofei...
Nulla di tutto ciò è mai avvenuto fino a quegli anni. Vogliono far passare noi come i truffaldini, il capro espiatorio, noi i colpevoli di tutto. E loro? Loro adesso sembrano redenti, puliti. La serie b? un'ingiustizia, mica se la meritavano loro! Tutti facevano così! Era normale!
Tornando sullo scudetto... se una squadra viene squalificata, quella posizionata dopo prende il suo posto (regola credo pacifica e condivisa da tutti)... Quindi cosa vorrebero? Tornare in possesso dello scudetto? Dopo tutto che sono stati condannati definitivamente e che per il Sig. Moggi è stata chiesta anche la radiazione? Beh, tutto ciò mi sembra francamente assurdo: solo il parlarne, ad una persona intellettualmente onesta, fa ridere. Chiunque non abbia secondi fini non può non essere d'accordo con la posizione dell'Inter.
Quindi mio caro giovin signore, si faccia una risata!"

Luca

Sezione: Visti da Voi / Data: Ven 08 luglio 2011 alle 10:17
Autore: Redazione FcInterNews
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