Il mercato - finalmente - sta per chiudere i battenti. Ancora qualche giorno e poi torneremo a respirare aria pulita. Ma durerà pochissimo, nessuno si illuda. Tempo di dare i voti ai club per i movimenti in entrata e in uscita e proporre qualche "borsino" di chi si è rinforzato e di chi invece non lo ha fatto (ma solo sulla carta), e poi subito di nuovo a parlare di interessi, di trattative embrionali, di mal di pancia, di parametri zero, di esuberi. 

In casa Inter, per una volta, tutto è andato piuttosto liscio. Taremi e Zielinski presi mesi fa (e anche per questo parecchio sottovalutati come colpi), l'aggiunta di Martinez come vice-Sommer con vista maglia da titolare in futuro, la telenovela Gudmundsson e la chiusura con Palacios. Robetta rispetto a un anno fa, quando Marotta e Ausilio ribaltarono la rosa di Inzaghi.

Da qualche ora, però, è tornato come tema principale la situazione di Davide Frattesi. Secondo alcune fonti romane, i giallorossi vorrebbero il centrocampista, mettendo sul piatto soldi e Cristante. Niente da fare: Frattesi potrà pure piacere a De Rossi, ma di venderlo non se ne parla. Da qui è ripartita la litania del "gioca poco, sarebbe titolare in qualunque altra squadra di Serie A" con annesso sentimento instabile in vista del futuro.

Sono in tanti, infatti, a credere a un addio dell'ex Sassuolo in caso di scarso impiego da titolare. E sottolineiamo da titolare, perché comunque lo scorso anno il numero 16 nerazzurro fu decisivo per lo scudetto anche entrando dalla panchina come il miglior 12esimo uomo possibile: 32 presenze su 38 in campionato, ma appena 6 dal 1'. Il suo problema? Ha davanti Barella e Mkhitaryan. È lo scotto da pagare quando arrivi nella squadra più forte d'Italia. D'altronde succedeva anche a gente come Chivu, Cordoba, Materazzi e Stankovic di fare panchina a Lucio, Samuel, Zanetti e Cambiasso. Chiaro che, dopo l'anno di praticantato, il primo in una big, ora il ragazzo si aspetti maggior minutaggio. Altrettanto chiaro che Inzaghi deve essere lasciato libero di operare le sue scelte e di prendersi le proprie responsabilità, nel bene e nel male.

Il mercato è (quasi) finito. Si pensi a giocare. Fra un anno ne riparliamo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 agosto 2024 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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