E alla fine anche Simone Inzaghi ha chiarito alcuni punti. Perché va bene tutto, ma anche no. E allora, dopo il successo di Venezia, il tecnico nerazzurro ha puntualizzato su alcuni temi caldi, spesso discussi in maniera superficiale e utilizzati dai soliti detrattori.

Punto numero uno: Frattesi e le fake news. Da giorni si parla della voglia di addio del centrocampista e di un presunto litigio avvenuto tra l'ex Sassuolo e lo stesso Inzaghi. Falso. L'allenatore l'ha detto chiaro e tondo: nessuno screzio. Legittima la volontà del giocatore di avere più minutaggio e altrettanto legittima (e lo sa pure Frattesi) la libertà di Inzaghi di scelta. Frattesi andrà via o resterà, nessuno oggi può saperlo. Intanto gli infortuni di Calhanoglu e Mkhitaryan lo metteranno alla prova del campo. E sarà bene che si faccia trovare pià pronto di quanto non accaduto in stagione.

Punto numero due: i processi mediatici. Anche qui, Inzaghi è andato dritto: al primo scivolone, si creano casi. Basta poco e la critica si abbatte sull'Inter, quasi non si vedesse l'ora. Nonostante un percoso incredibile ormai da mesi e mesi, tutto viene rimesso in discussione alla minima frenata. Una tendenza che il tecnico interista ha sottolineato senza girarci attorno. E il messaggio è arrivato forte e chiaro.

Punto terzo: Asllani e i fatti arbitrali. Anche sull'albanese, Inzaghi è stato secco. Questo ragazzo viene massacrato continuamente, ben oltre i propri demeriti. Un clima ostile che non si capisce bene se prenda spunto dai social o se li foraggi. Fatto sta che poi anche prestazioni oneste come quelle in Supercoppa vengano descritte con insensato accanimento. Complice anche la noncuranza sui casi arbitrali quando questi sfavoriscono i nerazzurri. Non a caso Inzaghi cita il fallo netto di Morata su Asllani che poi innesca la rimonta rossonera. E anche in questo caso, l'allenatore dell'Inter dimostra che ad Appiano Gentile niente passa inosservato. E che non fare teatro come fanno in tanti davanti alle tv nei post-partita non vuol dire che non ci si renda conto della disparità di trattamento.

Il "sottovalutato" Inzaghi, come l'ha ribattezzato Dimarco. Ma il tempo è galantuomo e lo sarà anche in futuro. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 14 gennaio 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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