"All’estero corrono, pressano e vanno in verticale. E un ritmo così serrato le italiane lo soffrono, lo abbiamo visto nelle ultime partite di Champions". Fabio Capello insiste sul concetto e lo fa in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: le nostre squadre vanno più piano e poi in Europa soffrono.

Scusi Capello, ma non eravamo maestri nel pressare e andare in verticale?
"Eravamo, appunto. Poi abbiamo iniziato a copiare Guardiola, ma con un ritardo di dieci anni, e i risultati sono questi. Andiamo più piano degli altri, il nostro possesso palla è spesso sterile, il pallone gira piano e male, abbiamo poca concretezza. È una strada che non ci ha portato da nessuna parte all’Europeo, e rischia di fare danni anche nelle coppe".

È solo una questione di stile di gioco o c’entra la tenuta fisica?
"Il punto è l’intensità. Le squadre italiane, in Champions, vanno troppo piano perché sono abituate al ritmo della Serie A".

Lei ha parlato di partite troppo spezzettate in Serie A.
"È così. Vedo continuamente giocatori che restano a lungo a terra dopo qualunque tipo di contrasto, e se l’arbitro prova a “velocizzare” protestano tutti, spettatori inclusi. Fuori dai nostri confini non funziona allo stesso modo, e in Champions succede che grandi squadre come la Juve, il Milan o l’Inter finiscano per subire l’intensità delle avversarie, anche se magari hanno meno qualità".

L’Inter ha faticato in casa del modesto Young Boys, ma alla fine è arrivato Thuram...
"Perché con i titolari in campo è tutta un’altra storia. Quando Inzaghi ha inserito il francese, Lautaro, Dimarco, Bastoni, l’Inter ha fatto quello che fanno le big d’Europa: recupero palla veloce e avanti in verticale in cinque. E ha vinto. Per qualità dei giocatori e mentalità è nettamente al di sopra di tutte le altre italiane, con l’Arsenal sarà una bella sfida anche perché la squadra di Arteta è meno aggressiva di altre inglesi".

Sezione: Focus / Data: Ven 25 ottobre 2024 alle 11:02 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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