Dominio, spavento e sospiro di sollievo. L'Inter corre e supera il Cagliari come faceva in pista un certo Valentino Rossi, a cui oggi viene dedicata l'inedita maglia che celebra il 46° compleanno del leggendario motociclista di fede nerazzurra. Un 3-1 che porta la firma di un Aranutovic in versione Zlatan, dell'onnipresente capitan Lautaro e dell'affidabile Bisseck, che cancella definitivamente gli spettri di una nuova rimonta stile-Parma rendendo impotente il gol di Piccoli. Tre punti che si traducono nel momentaneo +6 sul Napoli ( atteso lunedì dal posticipo contro l'Empoli) e che caricano ancora di più l'ambiente per il secondo round di Champions contro il Bayern Monaco. 

Inzaghi si presenta a San Siro per sfidare i sardi con qualche importante rotazione volta a gestire le energie in vista del prestigioso appuntamento di mercoledì in Champions. La difesa a tre davanti a Sommer è composta da Bisseck, De Vrij e Carlos Augusto (tirano il fiato Pavard, Acerbi e Bastoni), mentre sulle fasce c'è da registrare l'esordio da titolare di Zalewski (al posto di Darmian) e il prezioso ritorno di Dimarco. Nella cerniera di centrocampo gli intoccabili sono Calhanoglu e Barella, con Frattesi che garantisce ossigeno a Mkhitaryan e si conquista un posto da titolare dopo la soddisfazione di essere stato il match winner dell'Allianz Arena. In attacco, invece, rifiata Thuram: c'è Arnautovic al fianco di capitan Lautaro. Nicola risponde disponendosi quasi a specchio con Caprile tra i pali, Zappa, Mina e Palomino in difesa e un centrocampo a cinque composto da Zortea, Adopo, Makoumbou, Deiola e Augello. In attacco c'è Coman a gravitare alle spalle di Piccoli.

Dopo il primo tentativo di Lautaro che si spegne sull'esterno della rete, a rompere il silenzio di protesta del Secondo Anello Verde ci pensa Arnautovic: appena 13 giri di orologio e l'austriaco scarica un potente mancino sotto la traversa che sblocca la gara e fa esplodere San Siro. Al 20' la frangia più calda del tifo nerazzurro srotola lo striscione "Noi abbiamo l'Inter nel cuore" e intona proprio quel coro, ma Piccoli rischia di abbassare l'entusiasmo generale: Sommer dice no e la banda di Inzaghi capisce che non bisogna giocare con il fuoco. Il cronometro segna il minuto 26 quando Arnautovic indossa le vesti di assist-man inventando una palla visionaria che Lautaro accompagna alle spalle di Caprile con un dolce tocco sotto che vale il raddoppio. L'Inter ha fame, si diverte con un gran calcio e vuole chiudere subito la pratica: Lautaro ci prova senza fortuna con una rovesciata che termina la sua corsa sui tabelloni pubblicitari. È l'ultimo squillo del primo tempo. 

La ripresa, però, comincia con un film già visto: l'Inter si rilassa e viene punita, questa volta dall'incornata di Piccoli che riapre la partita. E fa suonare un nuovo campanello d'allarme. La reazione nerazzurra è imminente: prima viene offerto un assaggio con la volée di Dimarco smanacciata da Caprile, poi arriva la portata principale con l'incornata di Bisseck che vola sopra tutti e porta l'Inter sul 3-1. I primi due cambi di Inzaghi sono Darmian e Correa per Dimarco e Arnautovic, mentre Nicola risponde con Marin e Luvumbo per Makoumbou e Coman. Dopo qualche minuto vengono buttati nella mischia anche Bastoni e Thuram al posto di Zalewski e Lautaro. In questa fase i nerazzurri controllano con il possesso e le ripartenze guidate da un ispirato Tucu, mentre i sardi provano ad accendersi ad intermittenza. Intanto calcano il prato di San Siro anche Gaetano e Obert (fuori Viola e Zappa) e De Vrij salva ancora su Piccoli prima che Bisseck vada vicino alla clamorosa doppietta. Nel finale entrano anche Pavoletti al posto di Piccoli e Asllani per Calhanoglu. E la partita scorre tranquilla fino al triplice fischio che certifica un altro successo nerazzurro che è anche un omaggio mascherato a VR46.

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Sezione: Focus / Data: Sab 12 aprile 2025 alle 19:55 / Fonte: Dall'inviato a San Siro
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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