La solidità difensiva è stata l’upgrade più importante dell’Inter di quest’anno rispetto alla scorsa stagione. Merito sicuramente del lavoro di Mancini durante il ritiro estivo di Riscone, ma anche dell’arrivo di quello che è il professore della difesa nerazzurra: Joao Miranda De Souza Filho, meglio noto come Miranda.

Leader silenzioso di Inter e Brasile, l’ex Atletico Madrid è arrivato in punta di piedi, allenandosi in principio con i ragazzi di Vecchi per poi diventare il cardine della difesa di Mancini. Sempre in coppia con Murillo, salvo infortuni del colombiano, il capitano della nazionale brasiliana ha conquistato di giornata in giornata i tifosi nerazzurri che, nonostante il suo corposo background internazionale, dubitavano delle capacità dell’ex giocatore del Cholo Simeone caratterizzandolo come il “compagno di Godin”. Tanto carattere e tanta grinta, ma non solo: i numeri incoronano Miranda come uno dei migliori centrali della Serie A. Quasi il 50% dei tackle portati a compimento, 3 duelli aerei su 4 vinti su novanta minuti disputati e ancora, da non sottovalutare, il fatto che gli sia sottratta palla solamente 0,23 ogni novanta minuti: ovvero servono 450 minuti affinché il difensore brasiliano perda un pallone se pressato.

Questi i numeri che ne fanno il leader della difesa nerazzurra sia a livello carismatico che a livello tattico. Se si analizzano le sue zone di gioco con quelle di Murillo, si nota come sia il brasiliano a comandare i movimenti del reparto e per questo i suoi numeri delle azioni difensive siano minori rispetto a quelli di Murillo, che gioca più palloni in fase difensiva rispetto a lui: provando spesso l’anticipo Murillo, o comunque essendo sempre quello che esce per primo sull’attaccante si nota come il colombiano effettui più rinvii, blocchi più tiri e intercetti più palloni del brasiliano. Su novanta minuti Murillo compie 8.29 azioni difensive, mentre Miranda 6.90. Per dare un metro di paragone Bonucci, colui che comanda la difesa della Juventus da quando sulla panchina c’era Conte, ha numeri pressoché identici al brasiliano e questo è un vanto per il lavoro di Mancini: sei centrale della difesa più solida in Italia in questi anni ha numeri simili al difensore di una squadra appena assemblata, il lavoro fatto sulla fase difensiva non può che essere stato eccellente.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 24 dicembre 2015 alle 15:50
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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