"Se il Milan vuole salvare la stagione deve vincere la Coppa Italia. Perché è un trofeo e perché apre le porte dell’Europa League, che al momento sono chiuse. Lo so che parlando di titoli quest’anno è arrivata la Supercoppa italiana ma quella è stata una sorpresa e non dico che sia già stata dimenticata, ma è isolata, è un ricordo". Così Ruud Gullit alla Gazzetta dello Sport a poche ore dal derby di coppa che vale l'accesso alla finale. "I tifosi non sono felici, non sono contenti del gioco della squadra. Un po’ come succede al Chelsea, un altro club al quale sono affezionato, anch’esso in mano a proprietari americani e che al momento è in cerca del proprio Dna. I tifosi si chiedono: “Cosa sta succedendo?”".

E dall’altra parte c’è l’Inter che invece è perfettamente riconoscibile.
"Esatto! Un’ottima squadra, una filosofia tanto di gioco come societaria molto precisa ed identificabile, il Dna in evidenza: tutti sanno come gioca l’Inter e cosa aspettarsi, in campo e fuori".

E il futuro rossonero come lo vede?
"Sinceramente, non lo so. Sono stato lì prima di Natale per la partita col Genoa ed è stato orribile, orribile. Il milanista fatica ad accettare questa realtà, non la riconosce. Parlavo di Dna perché è fondamentale ritrovare la tua essenza, il gioco che fa parte della tua identità. Penso al Liverpool: è andato via Klopp, hanno preso Slot ma non si sono snaturati, la gente riconosce i tratti distintivi del club. Il Milan deve decidere cosa vuole essere e poi prendere l’allenatore e i giocatori per mettere in pratica questa idea".

Chi vince lo scudetto tra Inter e Napoli?
"Sarà durissima. Conte e Inzaghi giocano con lo stesso sistema, hanno squadre solide e soprattutto riconoscibili. Quando li affronti sai a cosa vai incontro, e se sei un tifoso di Inter o Napoli sai cosa aspettarti. Impossibile dire oggi chi vincerà, anche perché l’Inter lotta su tre fronti e il Napoli pensa solo alla Serie A".

Come vede le semifinali di Champions?
"Difficili. Le semifinaliste giocano un calcio d’attacco con l’Inter che è la più difensiva ma anche la più pericolosa. La squadra di Inzaghi è la più prudente, gioca un 3-5-2 basato su una grande difesa perché resta sempre un club italiano, ma sa anche attaccare molto molto bene. Nel Barça e nel Psg ci sono tanti giovani che si stanno mettendo in evidenza, Lamine Yamal è straordinario e Luis Enrique ha fatto una trasformazione enorme con il lancio di ragazzi di grande qualità come Doué, Barcola, Pacho, Nuno Mendes, Joao Neves. Mi piace il 4-3-3 dell’Arsenal, mi sembra abbiano grande forza, ma non solo".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 23 aprile 2025 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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