Ospite sul canale Youtube di Calciomercato.it (guarda qui il video), Gianfelice Facchetti ha tracciato un primo bilancio stagionale dell'Inter: "La prima immagine che mi viene in mente è la maglia con le due stelle, come ha ricordato Marotta l'altro giorno - la premessa del figlio del grande Giacinto -. Dobbiamo mettere i puntini su quello che abbiamo conquistato con merito, che ha definito il nostro modo di presentarci ai nastri di partenza. Dopodiché, siamo una squadra che è partita a scaglioni in estate, quindi con tutte le conseguenze di una preparazione differenziata. L'ingresso in condizione di qualcuno non è ancora avvenuto del tutto. Detto questo, la squadra le risposte nette le ha date sia dal punto di vista dei risultati che del gioco. E' mancata forse un pizzico di lucidità e buona sorte come successo Napoli, dove abbiamo preso il palo con Calhanoglu. Va bene essere lì, aspettiamo che tutti siano a pieno regime per riprendere il largo, spero".

Che obiettivi deve avere l'Inter?
"Una squadra come l'Inter non può definire un obiettivo con largo anticipo. Anche se molti dicono che l'Inter punta alla Champions, sappiamo che è una competizione di sfumature. Non bisogna trascurare il campionato, quindi è richiesto un turnover allargato. Una cosa che in passato veniva rinfacciata a Inzaghi, ma con l'Arsenal abbiamo vinto con 5-6 sostituzioni. L'obiettivo è riuscire a stare in corsa il più possibile fino a che arriva il momento clou". 

Si sta parlando molto del rendimento di Lautaro, tu cosa ne pensi?
"Io faccio fatica a puntare il dito contro i giocatori, anche quando hanno momenti di appannamento. Thuram è stato il giocatore più determinante in attacco, Lautaro è rientrato anche prima delle vacanze e viene spesso dimenticato. Nella valutazione dei giocatori c'è anche un po' di populismo, anche se guadagna tanti milioni è umano, non è una macchina. L'anno passato è stato un trascinatore, dando tutto e anche di più. Quest'anno manca qualche gol suo ma anche delle seconde linee; Taremi ha portato cose positive, ma meno reti di quelle che ci si poteva aspettare. Capisco chi dice che Lautaro potesse saltare la Nazionale, ma sappiamo che molti argentini si fanno tagliare una gamba piuttosto che saltare una gara. Parliamo di un professionista impeccabile, la società avrà fatto le sue valutazioni. Fidiamoci ciecamente di chi ha dimostrato di fare sempre il bene dell'Inter in questi anni". 

La prestazione di Lukaku contro l'Inter.
"E' verissimo che soffre San Siro, lo aveva dimostrato anche con la Roma. Acerbi lo ha fatto soffrire doppiamente, qualche tifoso napoletano comincia ad avere qualche perplessità sul belga, che non è più l'attaccante che faceva sfracelli in Serie A". 

Un giocatore che ti piace in particolare in questa Inter.
"L'ultima maglietta che ho recuperato è stata quella di Sommer, mi sembra doveroso da ex portiere. Come giocatore di movimento direi Bisseck perché l'anno scorso con grande personalità si era calato subito nel ruolo. Con l'Arsenal ha dimostrato di saper dimostrare le difficoltà di inizio stagione: stiamo dalla sua parte, il futuro passa da lì". 

Oaktree vuole ringiovanire la rosa, cosa ne pensi?
"Non è semplice in assoluto, serve sempre trovare l'equilibrio tra il cambiamento e qualche certezza che il tifoso vuole. Il calcio vive sempre nel presente, sappiamo che i processi di cambiamento all'interno di un club come l'Inter devono essere graduali. Servono forze fresche, l'età di alcuni giocatori in rosa lo impone. Per fortuna abbiamo la fortuna di vedere gente come Acerbi, Darmian e Mkhitaryan in campo, questo ci tranquillizza. Ho sempre pensato che i club che cambiano 10 giocatori in estate non vincono mai. Questa trasformazione è già stata avviata, abbiamo giocatori in prestito che stanno facendo esperienza altrove. C'è una buona base, la direzione è quella". 

La seconda squadra.
"Come detto da Marotta nell'ultimo CdA è un obiettivo, servono strutture che l'Inter fa fatica ad avere". 

Ultimo pensiero su Inzaghi.
"E' l'allenatore che sta guidando la squadra più vincente in Italia negli ultimi anni. Ha raggiunto gli obiettivi quando sembrava che la squadra non potesse ambire a nulla. Per criticare Inzaghi ci vuole coraggio, coraggio che io non ho. Bisogna fare un esercizio di memoria, soprattutto quando arrivano le lamentele dopo la partita pareggiata 4-4 con la Juve. Forse ci meritiamo Mazzarri, se siamo qui a contestare una squadra dopo un pareggio in una gara che si stava trasformando in qualcosa di epico. Bisogna essere giusti con l'Inter e la sua storia". 

ACQUISTA QUI I PRODOTTI UFFICIALI INTER!

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 14 novembre 2024 alle 13:51
Autore: Mattia Zangari
vedi letture
Print