Tommaso Giulini non dimentica Nicolò Barella. E lo esalta. Intervenuto durante lo 'Sport Business Talk', il webinar di LegisLAB Academy nell’ambito del Master in Gestione dei Club Sportivi, il presidente del Cagliari spende parole al miele per il centrocampista dell'Inter con un importante passato in Sardegna: "Nicolò oggi è un centrocampista totale, può fare tutto in mezzo al campo ed è un calciatore ormai formato, un leader - le parole del numero uno del club rossoblu raccolte da TMW -. La differenza è questa, rispetto agli altri ottimi centrocampisti italiani della Nazionale: ci sono ragazzi di grande qualità e che lavorano tanto, ma che devono ancora confermarsi. Barella è il presente e il futuro dell’Italia e a Cagliari fortunatamente lo conosciamo bene".

Giulini parla poi della presidenza del Cagliari allargando il discorso ai club italiani, dove sono ora diverse le proprietà straniere (tra queste anche l'Inter di Oaktree): "Questo è l’undicesimo campionato sotto la mia gestione, il nono di Serie A: lo ribadisco sempre con orgoglio perché non è mai facile rimanere nella massima serie, ancora di più per noi. Ormai pochi presidenti e proprietari italiani sono rimasti al timone. Guidare il Cagliari, indossare la maglia rossoblù è un’enorme responsabilità perché rappresentiamo una regione e un popolo meravigliosi, che ho la fortuna di frequentare da tantissimi anni. In Sardegna, a differenza di regioni e terre confrontabili - penso alla Sicilia, alla Corsica, ai Paesi Baschi -, solo una squadra ha raggiunto la Serie A di calcio e vinto uno storico scudetto. Questo da solo fa capire il significato del Cagliari per i sardi che ci seguono e sostengono in ogni occasione, da ogni parte del mondo. Anche per questo nello sport la parola imprenditore non è quella adatta: il calcio è dei tifosi, le squadre sono dei tifosi, e non lo ricordiamo mai abbastanza".

Poi un passaggio anche sul VAR, tornando su quanto successo in Juventus-Cagliari: "Il VAR va prima di tutto capito, perché è soggetto a dinamiche innumerevoli. Faccio un esempio recentissimo: contro la Juventus abbiamo assistito a due rigori abbastanza 'leggeri'. Abbiamo voluto chiarire con i vertici arbitrali il perché nel rigore per noi fosse stata valutata tutta l’azione dal principio, cosa non successa in occasione del rigore per la Juventus. La risposta è interessante perché dimostra come spesso anche molti di noi addetti ai lavori non siamo sul pezzo. Se nel primo caso poteva essere uscita la palla e quindi il VAR poteva intervenire, nel secondo l’eventuale fallo di Gatti non era una fattispecie da VAR e andava lasciato al giudizio dell’arbitro in campo. Una risposta che ha chiarito un mio dubbio. Spesso addetti ai lavori e tifosi non conoscono perfettamente le regole e nascono discussioni prive di senso, penso che il VAR a chiamata potrebbe essere una bella idea per aumentare lo spettacolo, si deve lavorare per migliorare in generale, sempre. Credo anche che un’evoluzione positiva potrebbe essere creare delle vere e proprie squadre arbitrali che durino per tutto il campionato, visto che a volte ci sono difetti di comunicazione fra arbitri e addetti VAR".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 15 ottobre 2024 alle 20:54 / Fonte: TMW
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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