Il quadrante del destino. L'Etihad è il teatro della prima apparizione nerazzurra nella nuova Champions. Pronti, partenza, si parte. Il City sente la pressione addosso sin da subito e l'Inter ha i connotati della padronanza. La truppa di inzaghi inizia molto bene, sapendo come agire, come muoversi e decentrando le posizioni degli inglesi. I movimenti interisti trasmettono certezze, l'IntersSegue la sua natura ed è giusto così. Il percorso dell'apologia della fatica è lì, e i nerazzurri si ritrovano concentrati in quella sacralità che gli appuntamenti come questi denotano senza indugio. Serve essere carichi il giusto, nemmeno un pizzico di più. Serve capire ogni traccia dei Citizens e la prima frazione è un'onda oscillante, di opportunità sprecate in ripartenza e di ultimi passaggi con misura errata.

ATTACCHI RAPIDI E CONCENTRATI, LINEE CHIUSE. Non sarà la tensione di Istanbul a indurre allo sbaglio, d'altronde i calciatori sono esseri umani. E anche l'errore è un modo di arrivare alla meta, di lasciare qualcosa ai propri rivali: il fuoco, la passione, il pepe. Qualche lumicino offensivo ad opera di Haaland, un De Bruyne irriconoscibile, un City quasi impaurito della propria trasmissione offensiva. E il primo tempo va in archivio in parità.Senza preoccuparsi delle conseguenze. Vivere l'attimo è fondamentale: Haaland impegna Onana alla respinta posizionale, De Bruyne ha la sfiga delle finali ed è costretto all'infortunio. Serve diligenza, non solo l'istinto. I padroni di casa mancano nella lucidità. E l'Inter si rende insidiosa a più riprese, sfruttando le folate tecniche e anche tattiche.  La via della luce è nell'ossigeno per gli inglesi, che impattano in proiezione avanzata. Nell'opacità lucida l'esecuzione perfetta non c'è.

BUONA LA PRIMA CON PERSONALITÀ. I nerazzurri si proiettano negli spazi aperti per provare a infilare i ragazzi di Guardiola con una manovra ragionata da sviluppare in verticale. Ragionata ma anche istintiva, pur sempre razionale. La contesa rimane in bilico (costante e continuo, quasi progressivo), complici le linee chiuse dei nerazzurri, mentre il City fa davvero tanta, tantissima fatica a proiettarsi in avanti con pericolosità. Il rush dei venti minuti finali inquadra una manovra forse più veloce dei padroni di casa, ma quando l'Inter recupera il pallone e riparte sa come creare situazioni contingenti interessanti. Quando entra Lautaro, ecco la chance, ma il Toro spara a salve. Nel finale corrono tanti brividi lungo la schiena degli interisti sparsi per il mondo, quando Gundogan poco prima del 90', a due passi dalla porta, esegue un colpo di testa troppo tenero da posizione favorevolissima. Sul filo di lana è sempre Gundogan a colpire di testa la sfera, gettando alle ortiche una rete che, alla prova dei fatti, sarebbe stata immeritata per il City. I rimpianti interisti sono nelle occasioni capitate a Darmian e Mkhitaryan. L'Inter è la prima squadra a non perdere col City tra Premier e Champions quest’anno

Buona la prima per l'Inter, che ha giocato con grande personalità nella casa di una delle favorite per la competizione. Il cammino è iniziato bene, e domenica c'è il derby.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 19 settembre 2024 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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