In gare come il derby di Milano il momento è sempre adesso. Una serata di inizio gennaio brulicante di sentori d’entusiasmo. La Supercoppa è carica di tensione e attimi da cogliere senza indugio. L'attesa è predicato di azione e reazione. Passano pochi secondi e sono subito scaramucce, tra Inter e Milan. Nerazzurri improntati sulla verticalità, rossoneri basati sulla compostezza tattica per chiudere ogni varco per vie centrali e laterali. Su entrambi i lati l'accensione è attiva, perché l'avvio nerazzurro è l'indirizzo di una battaglia pronta a giocarsi ad armi equilibrate Serve unire anche la razionalità in quel fascino stravagante e un po’ bizzarro dell’istante del cammino. Sembra di (ri)nascere nel presente. Ciascuno è assorto nei suoi pensieri. Ci vuole coraggio per starsene soli come se gli altri non ci fossero, e pensare soltanto alle tue azioni.

COGLIERE L'ATTIMO SUL FILO DI LANA. Quando il Biscione aggredisce la porta qualche pericolo lo crea, ineluttabilmente: Dimarco impegna Maignan alla grande parata, Reijnders tenta la super-giocata ma non gli riesce. La truppa di Inzaghi si muove con dinamismo verso la porta avversaria, aggiungendo il vettore dell'imprevedibilità, costruendo le tracce sui lati. L'equilibrio non si spezza, il giardino del derby è puro cinismo. Eravamo rimasti alla contingenza dell'innatismo. Platone spiegava che alcuni principi dogmatici della conoscenza sono innati nelle menti umane. Aristotele era di un'altra parrocchia, di un'altra filosofia, quella dell'empirismo, secondo la quale l'esperienza sensoriale è alla base della conoscenza. E sul filo di lana del primo tempo il Milan paga un errore di ingenuità. L'Inter coglie l'attimo nel migliore dei modi: Dimarco batte la rimessa laterale, il versante si apre da sinistra verso destra per Lautaro che manda al bar Thiaw e Theo e deposita nel sacco sul primo palo il vantaggio del Biscione. Esecuzione implacabile: la miglior definizione del cogliere l'attimo.

LE DINAMICHE IMPAZZITE QUANDO SUCCEDE DI TUTTO. Quell'istante che i nerazzurri e i rossoneri cercano puntualmente (o anche in ritardo, poco importa) di afferrare per togliere dal tavolo del dubbio ogni permanere inopportuno. Derby è sempre l’arte della lotta raffinata, un piacere suscitato da emozioni forti. Scaturite dall’intensità realizzativa di un’Inter che lotta con forza vigorosa e dinamismo calcolato. Il calcio, come la vita, d'altronde è sempre questione di attimi e tempi opportuni. Nella ripresa succede di tutto. Il bis è targato Taremi, che sfrutta al meglio il lancio calibrato da De Vrij, che pesca nel migliore dei modi dalle retrovie l'iraniano. Le dinamiche impazzite conducono sul binario pazzesco: succede di tutto perché Theo Hernandez la riapre sugli sviluppi di una punizione; poi il Milan prende coraggio e il gol rossonero scompiglia tutto. Il Milan vuole fortemente il pari e lo ottiene con Pulisic. Gli schemi saltano e in pieno recupero Abraham targa la rimonta e il clamoroso sorpasso. Ai rossoneri la Supercoppa: la catena episodica impazzisce, all'Inter restano i rimpianti di una deludente gestione del vantaggio.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 07 gennaio 2025 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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