Terminati i lavori dell'Assemblea dei Soci che ha ratificato le nuove nomine all'interno del CdA dell'Inter, il presidente Beppe Marotta si presenta in conferenza stampa nel ventre dello stadio di San Siro per aggiornare sul lavoro odierno e fare il punto della situazione in casa nerazzurra. Queste le sue parole raccolte sul posto da FcInterNews.it:

Cosa è successo oggi in quest'assemblea?
"I lavori sono stati svolti in un clima di affetto e tranquillità. La cosa principale era modificare un punto dello statuto, per permettere le assemblee online. La cosa è essenziale è l'ingresso di tre persone come Max Catanese e due nuove figure importanti come Claudia D'Arpizio e Diego Gigliani, che entrano su indicazione della proprietà per aiutare a raggiungere gli sviluppi che abbiamo in mente. Questi ingressi ci aiutano a migliorare il nostro livello di competenza".

L'Inter è tornata prima, come si arriva allo scontro col Napoli? E il ruolo di capolista sposta la pressione?
"Siamo in un momento molto interlocutorio, mancano 12 giornate. Voglio sottolineare le performance della nostra squadra, che ci vedono nello scenario europeo e mondiale essere al vertice in Italia, questo è un motivo di orgoglio. E' un premio alla serietà della proprietà che ha voluto dare il proprio apporto: essere primi in Serie A e l'unica italiana in Champions, oltre ad essere tra le prime otto della Coppa Italia, è motivo di grande orgoglio e consente all'Inter di continuare a perseguire i suoi obiettivi. Come finirà non lo so, questo è uno dei campionati più equilibrati degli ultimi anni con tre candidate. I giochi sono aperti, assisteremo  un finale entusiasmante dove vogliamo essere attori protagonisti".

L'Inter ha fatto ritocchi chirurgici nel mercato, ora vista la concorrenza cambieranno le linee guida?
"Non possiamo parlare di rivoluzione. Siamo orgogliosi del lavoro fatto con Ausilio e Baccin, con cui vogliamo creare una filosofia basata su uno zoccolo duro di italiani completata da quei giocatori che possono dare qualcosa in più come qualità ed esperienza. Siamo proiettati nel futuro, ma contrariamente alle critiche ricevute mantere l'organico a inizio stagione, specie se ha vinto, è motivo di orgoglio e tranquillità e noi siamo tranquilli. Il modello di riferimento sarà leggermente modificato perché vogliamo fare investimenti su profili giovani che possano essere asset patrimoniali e dare un valore in più in qualità".

Sarà possibile sognare un colpo da 30 milioni senza cessioni pesanti?
"Tutte le società italiane non possono non ricorrere al player trading, ovvero sfruttare le vendite per ottenere plusvalenze e raggiungere il concetto di sostenibilità economica. Non siamo qui a dire che non vendiamo di sicuro o che investiamo di sicuro, ma certe operazioni possono essere fatte in ottica rosa futura e facendo quadrare i conti".

Si potrà investire sui cartellini o si andrà ancora sui parametri zero?
"Non aspettiamoci una rivoluzione. L'età media della Serie A si è abbassata e dobbiamo adeguarci. Non dobbiamo immaginarci però che i nostri senatori vengano esclusi, valuteremo tutte le posizioni. Questo non signifca che cambiando il modello vengano meno gli obiettivi: l'Inter nel DNA ha il verbo vincere ed è normale che parteciperemo alle nostre competizioni per andare in alto. Giusto essere ambiziosi nello sport, che non vuole dire arroganza ma sicurezza di sé stessi e di quello fatto. Abbiamo fatto le cose bene, diamo continuità al nostro percorso senza stravolgimenti".

Il potere logora chi ce l'ha o chi non ce l'ha?
"Ai posteri l'ardua sentenza... Il Napoli è a un punto da noi, sta facendo un ottimo campionato. Ci sono tre squadre a fare la lepre, poi cosa succederà non so".

Il clima intorno agli arbitri si è riscaldato, è giusto pretendere un alto standard arbitrale?
"Come società non vogliamo concentrarci sugli arbitri, essendo molto difficile. Vero però che ci sono decisioni che generano confusione e questo è dovuto alla confusione nel protocollo VAR; sono favorevole alla tecnologia ma che possa riportare la centralità e la soggettività dell'arbitro. Ben vengano gli episodi che le immagini non possono smentire, ma dove interviene il VAR secondo me c'è bisogno che vada perfezionato nell'ottica dell'utilizzo del protocollo. Questo discorso si può affrontare a fine stagione".

A che punto è il progetto Under 23?
"Stiamo allestendo il modello della Under 23 a cui daremo un nome preciso. Presenteremo la domanda federazione, credo che a riguardo non ci siano problemi. Dalla prossima stagione avremo la seconda squadra che giocherà a Monza. Stiamo valutando un po' tutto con Ausilio, Zanetti e Baccin, dal modello alla conduzione tecnica. Siamo a livello di ipotesi".

Un altro Scudetto può essere considerato soddisfacente?
"Vincere è molto difficile, ma rivincere è ancora più difficile. Nelle ultime 2-3 stagioni il Milan ha vinto ed è andato in difficoltà come il Napoli, mentre noi siamo primi in classifica. Questa è la dimostrazione di come siamo riusciti nell'intento. Diventare nuovamente campioni d'Italia sarebbe motivo di orgoglio, vogliamo fare questo percorso arrivando fino in fondo. Se qualcuno ci anticiperà diremo bravi, se no avremo fatto qualcosa di straordinario".

Il nuovo mercato può contenere qualche elemento di rischio?
"Sì, ma io non ho parlato di cambiamento radicale. Cambia l'approccio al mercato, visto che negli ultimi anni abbiamo fatto pochi investimenti e vogliamo tornare a fare più investimenti. Ma non cambiando 12 giocatori, bensì mettendo i giusti innesti e ringiovanire la rosa. Con elementi che rappresentano un modello di riferimento; vogliamo  fare una posta di bilancio che valga come patrimonio tecnico. Lo facciamo perché Oaktree ci darà la possibilità; ma non faremo tanti investimenti, faremo tutto in armonia con la rosa che abbiamo".

La situazione stadio?
"Sapete tutto benissimo, lo stadio rappresenta il focus delle attenzioni della proprietà. Se non hai uno stadio di alto livello paghi un gap in termini di ricavi e ospitalità rispetto agli impianti europei. Oaktree tiene molto a questo perché farebbe lievitare anche il valore del club, a breve sarà fatta una proposta per andare a fare un'offerta per l'acquisizione dell'area di San Siro e quella adiacente. Non aggiungo altro per riservatezza ma questo è uno degli obiettivi principali".

Avete iniziato a parlare del rinnovo di Inzaghi?
"Non ne abbiamo parlato, quando le cose vanno bene non c'è bisogno di porsi domande. Analizziamo le cose in maniera oggettiva, ma vogliamo garantire che il ciclo di Inzaghi non è ancora finito".

Si è dimesso Amedeo Carassai, che è stato anche a capo di un'azienda di scommesse quale Microgame: una doppia veste che non è compatibile col codice di Giustizia Sportiva. Si è dimesso per questo motivo? Sapevate di questa cosa?
"Prendo atto di questa cosa, mi trovi parzialmente impreparato. Non so cosa rispondere".

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Sezione: Copertina / Data: Lun 24 febbraio 2025 alle 18:05 / Fonte: Dall'inviato a San Siro
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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