Il superamento del Decreto Dignità, col ritorno delle sponsorizzazioni degli operatori di scommesse, come primo passo per la riforma del calcio italiano. Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d'Italia, parlando al quotidiano La Repubblica spiega perché il Decreto Dignità ha fallito nel suo intento: "Il divieto di sponsorizzazione ha di fatto confuso i giocatori su quali siano i concessionari ufficiali che propongono scommesse legali e quali no. Ci sono tantissimi siti illegali dietro a cui, peraltro, si nasconde la criminalità organizzata e questa mancanza di chiarezza, in gran parte dovuta all’assenza di pubblicità, non ha aiutato, soprattutto dopo l’impennata del gioco online che si è registrata durante e dopo il Covid. Non mettere le scritte sulle maglie o sui banner a bordocampo è come fermare il vento con le mani. Anche perché prima, durante e dopo le partite siamo travolti da suggerimenti di scommesse, con tanto di quote che cambiano per fare le puntate in diretta". Mancanza di sponsor che ha portato via dalle casse dei club circa 100 milioni di euro a stagione: "In Commissione, durante i mesi di audizioni con tutti gli addetti ai lavori, è emerso più volte come questo provvedimento abbia svantaggiato il nostro campionato rispetto a quelli stranieri, dove le sponsorizzazioni del betting sono lecite e danno entrate importanti. Si è creato uno squilibrio dannoso a un settore centrale per il nostro Paese, che ha un impatto sul Pil superiore agli 11 miliardi l’anno, a causa di una legge che purtroppo, e sottolineo purtroppo perché tutti vorremmo aver già risolto il dramma della ludopatia, non ha portato a nulla".

Marcheschi aggiunge: "Abbiamo chiesto al Governo di valutare che almeno 1% dei ricavi dell’agenzie di betting, a cui evidentemente nessuno è asservito, vada agli organizzatori degli eventi su cui si scommette. Quando il Totocalcio funzionava, una parte dei soldi raccolti andava tramite il CONI al calcio e nessuno diceva nulla: in pratica stiamo restituendo al settore qualcosa che già aveva. Insomma sono misure che trovano risorse aggiuntive, dalle società di calcio e dai concessionari di scommesse sportive, per il contrasto alle scommesse illegali e alla ludopatia. L’oggetto dell’atto era il calcio, ma noi parliamo genericamente di modifica dell’articolo sul divieto di sponsorizzazione, poi sarà il Governo, in base agli approfondimenti necessari, a valutare come declinarlo dal punto di vista normativo".

Sezione: News / Data: Dom 09 marzo 2025 alle 23:42
Autore: Christian Liotta
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