A 21 anni di distanza dal suo passaggio all'Inter, Adelio Moro racconta le sensazioni di quel momento particolare: "Per me il sogno si avverava - ammette l'ex centrocampista -. All’Atalanta ero il pupillo del presidente Achille Bortolotti che mi cedette a malincuore. Di solito da Bergamo si andava alla Juve, ma i buoni rapporti tra i dirigenti fecero sì che io, Doldi e Magistrelli finissimo all’Inter. Trovai tanti giovani: Bini, Oriali, Bordon, Guida, Muraro. E poi il mio maestro, il grande Facchetti che era delle mie parti, mi prese sotto la sua ala e mi protesse dalle critiche".

Sbarcò come il «piccolo Rivera»: paragone impegnativo.
"In quell’estate cercai di leggere poco i giornali e di ascoltare i consigli dei senatori. Nell’Unter c’era tutta la vecchia guardia, quella che con il Mago Herrera aveva vinto tutto. Burgnich, Facchetti appunto, Mazzola, Bedin, Bertini, Corso, Boninsegna… Loro mi parlavano e io prendevo appunti. Ero stato acquistato come vice-Mazzola, alla fine del campionato feci 23 presenze e 5 gol. Mica male".

Dei tre giovani arrivati da Bergamo lei fu quello che resistette di più.
"Io, quando entravo dalla panchina, cambiavo la partita. Mi mettevano sulla destra o sulla sinistra, un dribbling, una finta e poi avevo un tiro secco e preciso, oppure cercavo il triangolo con Bobo Boninsegna. Sono rimasto tre stagioni all’inter e posso dire che lì ho imparato a essere calciatore".

I suoi maestri?
"
Mi sono trovato bene con Invernizzi, con il Mago Herrera e poi soprattutto con Suarez. Mi fermavo con Luisito dopo l’allenamento: mi faceva provare il calcio lungo. Mi diceva: 'Hai un bel lancio, secco, preciso. Bisogna lavorarci, ma questa è la tua caratteristica più importante'. Fu Suarez a farmi capire che potevo arretrare il raggio d’azione e diventare un classico regista".

Con l’Inter, però, niente scudetto.
"
Il presidente Fraizzoli aveva deciso di dare spazio ai giovani e, se andate a vedere, i ragazzi che erano con me nel 1972 sono poi diventati protagonisti dello scudetto del 1980. Fu una scelta coraggiosa, quella della società: i tifosi non capirono subito, ma i risultati si videro nel tempo". 

VIDEO - LA CARICA DI ZHANG JINDONG: "SPERIAMO CHE L'INTER CI RENDA FELICI"

Sezione: Rassegna / Data: Gio 20 agosto 2020 alle 10:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
vedi letture
Print